Sperduto tra le prime alture della Locride, il borgo di Gerace ha un'amima normanna e bizantina. Ed è di una bellezza semplice e "pulita"
La prima cosa che spicca agli occhi quando si arriva a Gerace (uno dei borghi più belli della Calabria) è la sua eleganza. Gerace è una Calabria semplice ed elegante. Una Calabria bella. Di una bellezza che quasi non metteresti in conto a sentir parlare della Locride, nella sterminata provincia di Reggio Calabria.
E quella di Gerace – e di questa Calabria qui – è un’eleganza che nessuno quasi mai racconta. Quasi a volerla tener nascosta. Una Calabria che non fa notizia.
Gerace si svela pian piano agli occhi di chi la visita. Ogni giro d’angolo una stilettata di eleganza. E di storia. Ed è solo quando si arriva in cima, nella parte più alta del borgo di Gerace, e ci si trova ai piedi del castello, è solo allora che l’eleganza di Gerace un po’ scompare. E torna prepotente l’assillo della Calabria: la condanna a una certa distruzione. Che sia opera del tempo, dei terremoti o degli uomini poco importa: quel che rimane sono sempre rovine.
A differenza del castello, però la Cattedrale di Gerace non ha nulla che possa rimandare alla distruzione. Non che il passato abbia risparmiato la Cattedrale: crolli, alluvioni e terremoti ci sono stati e hanno coinvolto anche queste colonne. Ma poi la chiesa madre di Gerace è stata sempre ricostruita.
Lo stile di Gerace
Quando a Gerace sono arrivati i Normanni, questi non si sono dati alla distruzione a tutti i costi. Hanno avuto quasi timore di fronte all’eleganza di Gerace, e alle sue forme bizantine. Ed è per questo che la morbidezza di certe cupole è rimasta. E’ per questo che l’Oriente qui non s’è dovuto nascondere come in altri posti, ma è stato assimilato, digerito, spolverato con leggerezza. Gli si è posto accanto quel po’ di Occidente senza quasi dar nell’occhio. Perché qui a Gerace, la Storia ha sempre agito con stile, quasi con innocenza.
Gerace, l’origine del nome
Da dove deriva il nome di “Gerace”? Gerace deriva da una parola greca che significa “sparviero”. Perché secondo la leggenda, fu uno sparviero a indicare il punto esatto in cui costruire il borgo. E doveva essere un posto lontano dagli attacchi via mare dei Saraceni.
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