non ho esaurito l' argomento nè era prevedibile data la mole del lavoro le parti storica e sanitaria hanno avuto una quasi completa disamina ma i problemi amministrativi strettamente tecnici sono stati da me saltati a piè pari non essendo la materia di mia competenza la mia presa di posizione circa i fatti recenti e meno vicini a noi è circostanziata dallo studio di documenti pubblici e privati in noi è circostanza dallo studio di pubblici e privati integrato dai emersi da alcune decine di interviste i problemi difondo in obbedienza all argomento dell opera sono presenti in ogni pagina la relazione esistente fra opera realizzata e possibile relizzazione l' ho rapportata alla problema del futuro e non ho dimenticato che le vicende trattate materiamo la cronaca di una popolazione che ha creato di frasi un suo ospedale e che Nuovo Ospedale di Locri è una realizzazione che supera le reali possibilità della popolazione per la quale è stata ideata e realizzata opera che nata dalla volontà e dal cuore di un solo uomo trova nelle popolari del Vecchio Ospedale la sua vera ragione di essere ecco il Nuovo Ospedale io credo è consegnato al popolo locrese affinchè quelle deficienze organizzative e strutturali che esi stavano nel Vecchio Ospedale vengono superate con coraggio tagliato decisamente aggiungendo nuovi fermenti o raddrizzando tutte quelle eventuali storture che in un giovane organismo sono appannaggio frequente e con questo credo che l' opera della vecchia guardia sia compiuta Le nuove generazioni studiano il passato per estrapolarne elementi di guida amore per la città di LOCRI dirittura morale ecc che illumineranno la difficile strada nel futuro
A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2. A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3. A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4. A CASA ‘I FORGIARU, SPITU ‘I LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5. ‘ A CCHIU BRUTTA È ‘A CUDA ‘U SI SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva
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