probabilmente seguirono anni di relativa calma per gerace e il suo territorio la situazione migliorò nek 956 allorchè il portospatario basilio scaccio i saraceni da reggio si dice che nel 982 in seguito allo scontro di forze bizantine e arabe con ottone II a capo stilo si stata occupata gerace e tutta la zona ma la notizia è di seconda mano e non è migliorata notevolmente in questo periodo successivo ai fatti del 950 a causa della scarsa sicurezza di Reggio ormai proverbiale Nonostante una fortuna se una volta gerace venne occupata dagli arabi questa fu nel 986 in tale gerace e bovalino le devastrarono questa pccupazione data la risaputa inespugnabilità della rocca geracese divenne famosa e tramandata dalla cronaca di lupo protospata venne messa a conoscenza di una vasta cerchia di lettori dagli annali lodovico muratori
A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2. A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3. A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4. A CASA ‘I FORGIARU, SPITU ‘I LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5. ‘ A CCHIU BRUTTA È ‘A CUDA ‘U SI SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva
Commenti
Posta un commento