Ma l' Elenco ufficiale dgli edifici monumentali e oggetti d' arte interessanti Gerace comparve soltanto nel 159 per interessamento della segreteria del vescovo di Gerece - Locrisellecitata dalla Soprintendenza ai monumenti e gallerie della Calabria onde si potesse rilevare l' entità e lo stato di conservazione del patrimonio artistico geracese L' inventario è munito perchè diversi oggetti erano stati venduti altri miseramente distrutti o lasciati perire affermazione nella quale vengono gravemente chiamate in causa la volontà e l' incuria umane qualità meno perdonabili degli attuali ladroneggi ai quali sono stati fatti segno le residue opere del nostro elenco Nel 1964 Giuseppe Tllarida pubblico in Gerace città millenaria una buona lista comprendente anche edifici ecclesiastici e parti di edifici privati a cominciare dal 1966 Emilio Brilaro ha presentato elenchi di opere geracesi interessandori ad essere sotto varie angolature Nel aprile del 1967 il Sindaco di Gerace Giuseppe B Fimognari con la collaborazione di Don Peppino Barbaro uno dei parroci del luogo che tanto ha fatto per la tutela di opere e preziosi della città appronto un catalogo è da rilevare che in esso si considerazione le pegamene e i codici del sec XV posseduti della Cattedrale Nel 1972 Gemelli pubblicava una bibliografica sull argomento unitamente ad elenchi di dieci edifici monumentali 34 dipinti 11 statue e dati sui preziosi vari posseduti dalla Cattedrale dalla chiesa di S ANNA e da quella di S. Martino in base a fortunate ricerche effettuate dal medesimo tali elenchi sono stati oggi arricchitinon dunque coll intento di copletare le preccedenti liste ma di evidenziare novita degne di rilievo i parametri e gli arredi sacri costituiscono l'unico gruppo di prodotti arstistici non ancora sottoposto a soqquadro anche se chiaramente è stato assottigliato lungo i secoli la loro elencazione non può avere una idonea sede in una guida tanto più che cavallaro per conto del ministero per i beni culturali nel 72-73 hanno fornito anche se non sempre precisi e completi per collocare nel tempo le opere e per elucidarne il contenuto storico fonte ineguagliabile resteranno le vitae Episcoporum hieracensium di Ottavano Pasqua e la continuazione che ad esse fece seguire GA Parla le prime giungendo al 1584 e la seconda al 1755 Per il periodo che va dalla mtà del Settecento al 1934 sopperisce la Cronistoria di A,Oppedisano Oggi la bibliografia è notevolmente arricchiita per l' apporto di autori Gemelli Oliva e D' Agostino
A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2. A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3. A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4. A CASA ‘I FORGIARU, SPITU ‘I LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5. ‘ A CCHIU BRUTTA È ‘A CUDA ‘U SI SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva
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