Nel suo Da Locri a Gerace, p. 204-5, il professor D'Agostino discute una tesi di Salvatore Gemelli , per la quale Gerace avrebbe vissuto, soprattutto nel XIV secolo, un periodo di intensa vita intellettuale, dovuto alla frequentazione di alcune personalità eminenti della cultura dell'epoca, che ebbero in qualche modo legami con la città, secondo il G. "tali da poter prefigurare addirittura l'esistenza di una scuola di Gerace", in una Calabria Meridionale "sicuramente attraversata da correnti culturali di alto e altissimo valore".
Si tratta, ammette, D'Agostino, di grandi figure come Barlaam, il suo predecessore, il dotto vescovo Ioannikios ("anche se ormai non sembra di poterlo identificare con l'omonimo animatore dellosciptorium meridionale da cui provengon ben diciassette manoscritti in gran parte conservati nella Biblioteca Laurenziana di Firenze"), Simone Autumano, Leonzio Pilato, il monaco Boemondo, i vescovi Andrea e Nicola, e Gregorio, geracese vescovo di Oppido. "Poterono -si chiede D'A.- questi illustri umanisti incidere sull'ambiente geracese ed alevarlo al punto di poter in esso prefigurare una scuola?" E risponde "Non sembra probabile. L'impressione è piuttosto che tutte queste personalità -la gran parte, tra l'altro, visse a Gerace soltanto brevissimi spezzoni della propria vita- abbia costituito soltanto delle splendide individualità, bei fiori da mettersi all'occhiello, ma insufficienti ad impregnare di profumi il mondo circosante, che-scrive Santo Lucà- <<non partecipò (davvero) ai fermenti ed alle pulsioni dell'Umanesimo italiano>>".
Che ne pensate? La questione mi sembra davvero delle più appassionanti.
Attendo contributi, soprattutto dai geracesi.
Si tratta, ammette, D'Agostino, di grandi figure come Barlaam, il suo predecessore, il dotto vescovo Ioannikios ("anche se ormai non sembra di poterlo identificare con l'omonimo animatore dellosciptorium meridionale da cui provengon ben diciassette manoscritti in gran parte conservati nella Biblioteca Laurenziana di Firenze"), Simone Autumano, Leonzio Pilato, il monaco Boemondo, i vescovi Andrea e Nicola, e Gregorio, geracese vescovo di Oppido. "Poterono -si chiede D'A.- questi illustri umanisti incidere sull'ambiente geracese ed alevarlo al punto di poter in esso prefigurare una scuola?" E risponde "Non sembra probabile. L'impressione è piuttosto che tutte queste personalità -la gran parte, tra l'altro, visse a Gerace soltanto brevissimi spezzoni della propria vita- abbia costituito soltanto delle splendide individualità, bei fiori da mettersi all'occhiello, ma insufficienti ad impregnare di profumi il mondo circosante, che-scrive Santo Lucà- <<non partecipò (davvero) ai fermenti ed alle pulsioni dell'Umanesimo italiano>>".
Che ne pensate? La questione mi sembra davvero delle più appassionanti.
Attendo contributi, soprattutto dai geracesi.
Salvatore Gemelli e la "Scuola di Gerace". - Lecalabrie.forumup.it
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10/mag/2013 - 8 post - 4 autori
Nel suo Da Locri a Gerace, p. 204-5, il professor D'Agostino discute una una tesi di Salvatore Gemelli ... Gerace avrebbe vissuto, soprattutto nel XIV secolo, un periodo di intensa vita intellettuale, dovuto alla frequentazione di ... Che documenti abbiamo per affermare o smentire una simile affermazione?