Sei conversazioni radiofoniche sulla entile in calabria tenute dal 3 all' 8 ottobre 14.20 nei 40 minuti della Rubrica tutto calabria e mandata in onda della Rai di cosenza per cura di Anna Rosa Macri cura di Anna rosa Macri regista della Rai e nota giornalista e di Salvatore Gemelli Priamario geriatra del Osp F. Fimognari di Gerace II testo raccolto da Enzo D'Amore allora assistente geriatra nello stesso Ospedale è stato riveduto dal Dr Gemelli si da rendeene accessibile la lettura mantenendo una esterema fedeltà ai testi registrati
A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2. A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3. A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4. A CASA ‘I FORGIARU, SPITU ‘I LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5. ‘ A CCHIU BRUTTA È ‘A CUDA ‘U SI SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva
preso del libro un ospedale per la locride
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