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Superbo  edificio  a pianta  centrale m. 19,5x 14,5  posto sulla nuova  piazza  del borgo  maggiore  di gerece  eretto come ci informa un iscrizione già  posta  sulla sua  principale  e oggi  conservata nell'  Antiquarium  di
LOCRI nel detta  l' anno 1084  la chiesa  nonostante  sia sorta  dopo il definitivo consolidamento del  possesso  normanno  di gerace  a 1081 ea dispetto  dei  rifacimenti   posteriori  rilevanti  soprattutto nella  facciata secentesca  parla  di una  grecità  ancora  viva  a  gerace . La denominazione  attuale  ha riscontro in documenti  della  Certosa  di SERRA S  BRUNO  DOVE  è detta de Magiistro  Eremitarum  e in altri  della  sottosezionione  del Arch  di Stato DI  LOCRI nei quali  è chiamata  de  magistro  a 1403 sfugge tuttavia  il valore da assegnare  a tali appellativi  a mano  che  non si  voglia affermare  che  essa  come  da tempo  immemorabile  è  stata  preminente  fra le chiese  del borgo  maggiore  di gerace  per essere  a capo  della comuneneria  di  qui  preti  cosi  anche in  passato  in  piena  epoca  greca  il suo  prototopapa titolo  che  si conserva  abbia  giuocato  un  ruolo  di  rilievo  sopra  tutti  gli  altri  monaci  geracesi  detti  localmente   anche  eremiti  officianti  nelle  numerose chiese  greche del medesimo   borgo   S . biagio  di S. Nicola  di  Camobrecome  S. Maria ad Nives S. LUCIA  S, Michele  Praya  S. SIMINIO

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proverbi calabresi

A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I  PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2.        A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI  LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3.        A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4.        A CASA ‘I FORGIARU,  SPITU  ‘I  LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5.       ‘ A CCHIU BRUTTA È  ‘A  CUDA  ‘U  SI  SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva

Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri – Locri (RC) – Calabria

Il Museo Archeologico Nazionale di Locri fu costruito nel 1971 su progetto dell’architetto Giovanni de Franciscis, nelle immediate vicinanze della città antica, a 3 km dalla moderna città di Locri. Custodisce i reperti provenienti dagli scavi effettuati negli ultimi 60 anni, tra cui quelli dell’abitato di Centocamere (il quartiere dei ceramisti), delle necropoli di contrada Lucifero e contrada Parapezza e della varie aree sacre. E’ immerso nel verde di uliveti secolari, di aranceti e di piante di bergamotto.  I visitatori sono accolti dal profumo della zagara e del gelsomino e di mille piante selvatiche della macchia mediterranea nella quale è immerso l’attiguo parco archeologico che, oltre ai resti dell’antica città di Locri Epizefiri, offre anche un museo del periodo romano e i resti di un edificio termale romano            COSA POTRAI VISITARE NEL MUSEO?  La città di Locri Epizefiri fu fondata da coloni greci alla fine de

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