Le notizie sul feudo di Grotteria risalgono ai primi del sec XIII la sua nascita è segno cosi come altrove del decadimento del potere centrale e del potere ecclesiastico detentore quest ultimo du vasti possedimenti per la cui conservazione abbiamo visto sorgere interminabili liti in seno a tali lotte si delinearono i confini del feudo l'estensione del quale è cosi descritta nei quinternioni del tempo baroniam Grottariae cum terris et casalibus infrascriptis moctae jojusase mammulae sancti jonnis a giraci salvi sideroni piccoploni vuadae pirogi pirgo martoni et baptipedoni et ceteris i casali di piccoloni vuada e baptipedoni non esistono più vedi figg 11e 12 dei primi signori di grotteria conosciamo soltanto il nome di un tipico avventueriero albergo piscicella dec XIII assurto feudatario per meriti militari ricordiamo per il 1283 giovanni ruffo e l'Ammiraglio ruggero di lauria per il 1303 nel periodo angioino la serie dei fedudatari e più completa ed abbiamo raymondo del prato 1303-1342 antonio caracciolo 1342-1365, antonio de luna 1365 1400 covella ruffa 1400-1420 e sigi smolo loffredo 1420-1431 nel periodo aragonese governarono grotteria indigo aragona de ajjerbe 1431-1450 tommaso caracciolo il rosso 1450-1457 e marino correale 1458 1501 nel successivo pe riodo i primi feudatari furono vincenzo carafa 1501 -15524 giovanbattista carafa 1524-1536 giorolamo carafa 1536-1558 e marcantonio loffredo 1558 1570
A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2. A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3. A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4. A CASA ‘I FORGIARU, SPITU ‘I LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5. ‘ A CCHIU BRUTTA È ‘A CUDA ‘U SI SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva
la locride di salvatore gemelli caratteri fisici e poleografici finito di stampa nel mese di settebere 1992
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