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tesoro della cattedrale

tesoro della cattedrale
Crocifisso  d' avorio  particolare
 
 
sisi opera ammirevole  anche se il panneggio  appesantisce la parte  inferiore dela figura  la base  scannellata di cui  è fornita ha tre  face  a sinistra è la sigla  AGP  a destra uno stemma  che reca  nella metà  supetiore  del campo  tre gigli fiorentini  e in quella  inferiore  tre bande  oblique  a   destra la faccia  centrale   reca  la  seguente  iscrizione  inferiore tre bande oblique  a destra  la  faccia centrale  reca la seguente   iscrizione
 
erace è forse il centro storico meglio conservato, più monumentale e suggestivo della Calabria.
Sorge su di un tronco di cono di arenaria nell’ immediato entroterra di Locri, dalla quale dista km. 9,8. La posizione della città, che è stata assimilata ad Orvieto, priva di aree edificabili alla sommità dell’ amba sulla quale sorge, non ha consentito nuove costruzioni che avrebbero certamente guastato l’armonia delle antiche strutture e la magia del tempo che qui sembra essersi fermato.
Venendo da Locri si attraversa il borgo, ai piedi della città, presso il quale lavorano, in grotte scavate nel tufo, i vasai, le cui creazioni ricordano ora i vasi degli antichi Greci ora la ceramica tradizionale di Gerace dei secc. XVI-XVII.
Una volta dentro le mura, superata l’ordinata piazzetta del municipio, si giunge al cospetto dell’ imponente cattedrale dallo straordinario effetto scenico dovuto sia al colore giallo dorato delle pietre, sia agli altri edifici presenti. All’ interno si resta colpiti dalla possibilità di concentrazione che è favorita dal silenzio e dal gioco della luce che filtra, dosata, da alte finestre. Fu consacrata nel sec. XI, ed è  a croce latina.  
Di un certo interesse è la cappella del Sacramento. Vi si trova un bel tabernacolo offerto dal Marchese Consalvo di Cordova. All’altezza del transetto sono due sarcofaghi, uno dei quali dei fratelli Battista e Giovanni Caracciolo, conti di Gerace. Vi sono poi alcune sculture dei messinesi Gagini (navata sinistra), la statua di S. Veneranda, la statua dell’Assunta, in argento, e varie statue lignee (sec. XVIII). Il tesoro della cattedrale conserva diverse opere di oreficeria, un bel Crocifisso in avorio, arazzi, libri corali. La cripta, molto ampia, sostenuta da 26 colonne forse provenienti dai templi dell’ antica Locri, ospita la bella cappella della Madonna dell’ Itria (sec. XIII) e quella di S. Giuseppe. L’ ingresso è circondato da una cancellata, capolavoro in ferro battuto di artigiani locali (secc. XVII).
Molta attenzione merita poi la chiesa di S. Francesco (1252) dal bel portale ad ogiva, goticheggiante; di un certo interesse è il policromo altare maggiore (sec. XVII). Ad unica navata, ospita nell’ abside il monumentale sarcofago di Nicola Ruffo (1372).
La chiesa di S. Giovannello, piccola ed essenziale (sec. IX-XI), bizantina, è una delle visioni più suggestive di Gerace, con le sue cupolette e le sue piccole monofore. Vi è stata recentemente reintrodotta la liturgia greco-bizantina. La chiesa di Monserrato presenta una singolare architettura, con la grande cupola poggiata su un tamburo ottagonale. La chiesa di Santa Maria del Mastro (1084) da poco restituita all’antico splendore, presenta una pianta a croce greca. La chiesa di S. Anna, che sorge nella parte più bassa dell’ abitato, ospita  alcune statue e due preziose tele. La chiesa dei Cappuccini presenta un’interessante facciata di stile barocco. 
Sull’ acropoli di G., da dove è possibile godere di un eccezionale panorama sulla sottostante vallata, sorgono i resti del castello, (sec. XII) ancora cospicui, con tratti delle mura e alcuni torrioni.


Commenti

  1. preso del libro gerace paradiso d' europa di salvatore gemelli guida per un approccio storico artistico ambientale finito di stampare nel mese di dicembre 1993

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