giorno dopo a ROSSANO CALABRO dove doveva tenere una conferenza ad una manifestazione culturale della locale casa di Riposo ricordo la sua sofferenza di quei giorni
carmine bruno
ERA il 17 marzo del 1988 assieme alla moglie ed cognati in quella fredda stanza dello ospedale di LOCRI raccolisi con le lacrime agli occhi il suo ultimo respiro mi lasciava per sempre più che un amico un fratello con il quale avevo condiviso oltre dieci anni quando ci siamo conosciuti era il 1977 di intenso ed eutusiamante lavoro ritormano alla mente intesi piùà che mai quegli che andammo noi due a crotone ad inaguarare il 1 anno accademico di quella università della terza Età volle che guidassi io perche diceva era da diversi giorni che non stava bene aveva un po di febbre che egli attribuiva all' influenza da crotone ci recammo il giorno dopo a Rossano calabro dove doceva tenere una conferenza ad una manifestazione culturale della locale casa di Riposo ricordo la sua sofferenza di qui giorni rientrato a Locri si ributto nel suo quotidiano lavoro di medico nel suo ospedale di Gerace tra i suoi vecchi nei quali vedeva cosi come scriveva nelle liriche pagine del suo libro diario cosi muoiono i vecchi parte di quell' umanità che avendo varcato il limite della fatidica terza età viene confinata in ospedali di imprecisabile natura o in fantomatiche casa di cura affollandole natura o in fantomatiche case di cura affollandole oltre l'inve rosiomile in contrasto non solo con ogni principio della medicina ma coi fondamentali diritti dell' uomo solo dopo la metà di gennaio si decise a predesi un po di riposo diceva per togliersi didosso quella stanchezza e quella febbre che dura ed ostinata non lo abbandonava fu il suo amico prof franco loschiavo direttore della calabbria di malattie infettive dell' università di messina che recatosi a casa dovw salvatore gia ceva a letto da alcuni giorn dopo averlo visitato si rovolse verso di noi che dipinta sul volto non avevamo capito e non potevamo fu nei giorni successivi una corsa ad accertamenti ed esami e poi la dura realtà si cercò anche la possibilita di un trapianto di fegato in ghilterra ma inutilmente non era possibile fare più niente e poi giorni del l'atesa nel ospedale di locri si spettava un segno un miracolo si stava insieme a lui ormai privio di conoscenza sperando che succedesse qual cosa poi l'ultimo respiro e le lacrime scoscianti di Rita la moglie e il dolore profondo nei nostri cuori oggi a 20 anni dalla sua morte il ricordo di salvatore Gemelli è sempre vivo e suscita ancora in tutti ondate di profonda commozione di animo nobile e generoso era ricco di profonda umanità e credeva fermamente nei valori dell' amicizi e della solidarietà aveva altro il senso del dovere e dell' impegno professionale giovanile aperto e disponibile con tutti sempre con li suo sorisso
giorno dopo a ROSSANO CALABRO dove doveva tenere una conferenza ad una manifestazione culturale della locale casa di Riposo ricordo la sua sofferenza di quei giorni
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