il documento non precisa in quale pariodo idati sarabbero stati registrati dal contesto logico emerge solo che essi si riferiscono ad un anno solare essi nonn sono in alcun modo riferibili a gerace e cio stupisce poiche tutti i dati fino ad oggi pubblicati scfr salvatore gemelli a macri gli anziani in calabria frama sud chiaravalle 1985 p. 286 e o comenti ufficialmente all' usl sono nettamente diversi si da costringerci a riportarli in questo per un utile raffronto essi costringerci a riportarli in questo scritto refforonto essi sono alla luce di tali dati controllabili per altro sulle cartelle cliniche e suoi registri dei ricoveri e degli ambulatori geracesi emerge che quelli riferiti nel piano suddetto sono nettamente errati falsi essi possono essere definiti persino tendenzioni in quando svisano grossolamente la realtà operativa geracese e danno della stuttura
A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2. A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3. A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4. A CASA ‘I FORGIARU, SPITU ‘I LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5. ‘ A CCHIU BRUTTA È ‘A CUDA ‘U SI SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva
comitato di gestione dell usl n.28
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