Venne danneggiato dall. Incendio mentre la chiesa ancora nel settembre del1683 aveva bisogno di essere pressocche rifatta cioncostante la. Festivita. Di s. Giacomo ci celebrava con una pompa Straordinaria officiandosi nella cappella dell ospedale si effettuavano i fuochi artificio si chiamava la musica e si. Celebrava un numero tale di mese che nel bilancio dell ospedale era prevista una uscita speciale per la compera della notevole quantita di vino e di ostie necessarie. Il 20.9.1683 la nobile antonia mele istituiva nella chiesa di s.giacomo il benificio delle anime sante del purgatorio alle quali si intitolava la confraternita omonima ivi esiste con dell aurora per. I contadini che dovevano recarsi nei campi. La mele Che. Apparteneva alla confra
A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2. A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3. A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4. A CASA ‘I FORGIARU, SPITU ‘I LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5. ‘ A CCHIU BRUTTA È ‘A CUDA ‘U SI SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva
Preso del libro ospedale. Di s. Giacomo in gerace di salvatore gemelli edizione di historica reggio Calabria anno 1972
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