La fondazione di Portigliola si ritiene sia avvenuta verso il 915 dell'era volgare, epoca in cui i saraceni, di razza semitica, provenienti dall'Arabia, con inaudita ferocia, saccheggiarono e distrussero la fiorentissima città di Locri Epizephiri, perla della Magna Grecia
La fondazione di
Portigliola si ritiene sia avvenuta verso il 915 dell'era volgare, epoca in cui
i saraceni, di razza semitica, provenienti dall'Arabia, con inaudita ferocia,
saccheggiarono e distrussero la fiorentissima città di Locri Epizephiri, perla della
Magna Grecia.
In un primo tempo, Portigliola, che all'epoca della sua fondazione contava cinque fuochi, cioè cinque famiglie, si conosceva con il nome di Palimpoli, poi con quello di Portaiola e finalmente negli ultimi tempi e precisamente quando, come si asserisce Carlo III fece edificare lungo il litorale ionico, la Torre chiamata Palepoli cioè della città antica e, successivamente "Torre di Gerace o delle Cento Camere", Portigliola prese il nome dell'omonimo suo torrente, che si ritiene era il Butrotus sfociante al vicino porto della città. Portigliola, per la sua incantevole esposizione, per la sua privilegiata posizione amena, per la sua speciale natura del ferace terreno, tutto coronato di grigi ulivi, di vigne dorate, di mandorli dal fiore profumato, di agrumi fragranti di zagara di messi biondeggianti, era considerata la più bella aiuola della gloriosa vetusta città di Locri: Flos Italiae, così nominata dagli antichi e, quindi, per via etimologica - Portigliola significherebbe: Porti-Aiuola ossia l'Aiuola del Porto.
Fu quasi distrutta dal terremoto del 1783, e riedificata nello stesso posto. Fu possesso delle famiglie d'Aragona (1473-1502), de Cordova (1502-1558), de Marinis (1558-1574) e Grimaldi, che lo tenne fino alla eversione della feudalità (1806). L'ordinamento amministrativo disposto nel 1799 dal Generale Championnet la riconobbe autonoma e l'incluse nel cantone di Roccella, Dipartimento della Sagra. I francesi per la loro prima legge amministrativa, 19-1-1807, ne facevano un Luogo, ossia Università nel cosiddetto Governo di Gerace (perché i cittadini vi esercitavano i diritti relativi al soddisfacimento dei loro fondamentali bisogni: diritto di legna, diritto di pascolo, ecc.). Il Vispeare, quale membro e Procuratore Generale della "Commissione Feudale" dal Commissario Ripartitore Angelo Masci, ossia da colui che materialmente distaccò dal feudo, il territorio che si modellava su quello francese e, così il 4 maggio 1811, sotto Gioacchino Murat, Angelo Masci assegnò al Comune di Portigliola il rispettivo territorio di forma rettangolare, esposto a mezzogiorno, confinante con l'omonimo torrente, con i Comuni di Antonimina, di Gerace e dell'odierna città di Locri e comprendeva, allora, anche le seguenti località: "Paterriti", "Janchina", "Canale", "Cento Camere"; ma in un secondo tempo, tali località vennero distaccate, assegnate ed incorporate alla fiorente città di Locri (allora Gerace Marina).
In un primo tempo, Portigliola, che all'epoca della sua fondazione contava cinque fuochi, cioè cinque famiglie, si conosceva con il nome di Palimpoli, poi con quello di Portaiola e finalmente negli ultimi tempi e precisamente quando, come si asserisce Carlo III fece edificare lungo il litorale ionico, la Torre chiamata Palepoli cioè della città antica e, successivamente "Torre di Gerace o delle Cento Camere", Portigliola prese il nome dell'omonimo suo torrente, che si ritiene era il Butrotus sfociante al vicino porto della città. Portigliola, per la sua incantevole esposizione, per la sua privilegiata posizione amena, per la sua speciale natura del ferace terreno, tutto coronato di grigi ulivi, di vigne dorate, di mandorli dal fiore profumato, di agrumi fragranti di zagara di messi biondeggianti, era considerata la più bella aiuola della gloriosa vetusta città di Locri: Flos Italiae, così nominata dagli antichi e, quindi, per via etimologica - Portigliola significherebbe: Porti-Aiuola ossia l'Aiuola del Porto.
Fu quasi distrutta dal terremoto del 1783, e riedificata nello stesso posto. Fu possesso delle famiglie d'Aragona (1473-1502), de Cordova (1502-1558), de Marinis (1558-1574) e Grimaldi, che lo tenne fino alla eversione della feudalità (1806). L'ordinamento amministrativo disposto nel 1799 dal Generale Championnet la riconobbe autonoma e l'incluse nel cantone di Roccella, Dipartimento della Sagra. I francesi per la loro prima legge amministrativa, 19-1-1807, ne facevano un Luogo, ossia Università nel cosiddetto Governo di Gerace (perché i cittadini vi esercitavano i diritti relativi al soddisfacimento dei loro fondamentali bisogni: diritto di legna, diritto di pascolo, ecc.). Il Vispeare, quale membro e Procuratore Generale della "Commissione Feudale" dal Commissario Ripartitore Angelo Masci, ossia da colui che materialmente distaccò dal feudo, il territorio che si modellava su quello francese e, così il 4 maggio 1811, sotto Gioacchino Murat, Angelo Masci assegnò al Comune di Portigliola il rispettivo territorio di forma rettangolare, esposto a mezzogiorno, confinante con l'omonimo torrente, con i Comuni di Antonimina, di Gerace e dell'odierna città di Locri e comprendeva, allora, anche le seguenti località: "Paterriti", "Janchina", "Canale", "Cento Camere"; ma in un secondo tempo, tali località vennero distaccate, assegnate ed incorporate alla fiorente città di Locri (allora Gerace Marina).
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La fondazione di Portigliola si ritiene sia avvenuta verso il 915 dell'era volgare, epoca in cui i saraceni, di razza semitica, provenienti dall'Arabia, con inaudita ferocia, saccheggiarono e distrussero la fiorentissima città di Locri Epizephiri, perla della Magna Grecia
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