la posizione fisica regola il clima del comprensoirio il quale alle spalle i monti in faccia il mare una piccola distanza spartiacque spiaggia un territorio dissestato perbil 414,06% della superificie totale una vegetazione fortemente compromessa dei corsi d' acqua generosi anticipi e prolungamenti nella stagiorni continue si da diventare lunghe ed estenuanti ambiente naturale luminosam ente esposto Eppure una volta questo clima era diverso la torrenzialità delle sue piogge e l'arsura delle sue estanti erano più contenute Un habitat più vedeggiante e più fresco allietava la vita degli antichi abitanti i locresi Esiste infatti una storia interessante circa l'evoluzione del clima del comprensorio Sembra che niente di quel che oggi vediamo sentiamo tocchiamo in questa terra sia rassimilabile se non identico a quello che essa fu in epoca magnogreca il clima mite e ricco di piogge del antica Locri era diventato proverbiagabili innumerevoli e copiosi di axque le dense foreste resinose redevano le coampagne locresi virida et ubera la terra insiste strabone era ben piantata d' alberi e non avrebbe detto costa Nord di Marina do Giosa Per tali fatti il clima era sufficienza climatiche matarono lentamente dall' antichià ai nostri giorni parallelamente al peggiorare dello stato idraulico forestale e andamento dei bradisismi l' entitòà di una tale mutazione va studiata anche alle luce della configurazione orografica nella quale sono comparse valli accidentate e imponenti erosioni calnchiave provocate dell' assottigòiarsi del manto boschivo naturale esaltazione di alcuni fattori quale la mancanza di una zona di passaggio di alta e bassa collina avviene nei più ampi e alberati bacini del Mesina e del Patrace una siffatta imminenza dello spartiacque causa buschi cambiamenti di temperatura brevi e rovinosi acquazzoni rapite schiarite
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A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2. A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3. A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4. A CASA ‘I FORGIARU, SPITU ‘I LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5. ‘ A CCHIU BRUTTA È ‘A CUDA ‘U SI SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva
salvatore gemelli la locriode caratteri fisici e poleografici finito di stampare nel mese di settembre 1992
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