28 Novembre
Cadono ad una ad una le foglie e ad uno ad uno le braccia degli alberi nel giardino di Mittica si fanno scgheletri e pianto .
Cadono ad uno ad uno nella fossa i miei vecchi senza chiasso Restino o se ne vadano niente cambia Veniamo a conoscenza della condizione di molti dei nostri degenti anche vari anni dalla loro dimissione il mondo è poù piccolo in provincia si incontra il curante un congiunto o lui stesso il malato per la strada o in giunto o lui stesso il malato per la strada o in un ufficcio pubblico o di nuovo in ospedale . Cadano e se ne vanno le pagine del mio diario le pagine dello zibaldone del siggnor Fimonari il quale segna ogni facezia ma soprattutto le visite del medico e quelle dei congiunti le prime gli fanno bene al corpo dice le seconde alla sua umanità Ed è felice di tutto Si è sistemato nel suo letto e da li segue ogni cosa segue ed annota questo gli basta Vivere e rivivere le cose tornare con la penna su di esse consegnarle ad una effimera immortalità .
Cadano ad una le foglie nel giardino di Mittica cadano ad una ad una le pietre delle vecchie case a Gerace Sono tante le case dirupate in questa città medioevale le macerie crescono ogni giorno ed ogni giorno cresce il numero dei turisti che vengono a visitarle le macerie sono tante e conferiscono una malinconia senza fine ad ogni cosa A volte da uno di quei muri diroccati fa capolino sotto gli intonaci abbattuti da poco un affresco antichissimo coi colori vivaci e gli occhi degli uomini di un tempo si affacciamo rinfrescati da novella vita e sembra vogliamo dire che la vita dell uomo non ha mai fine sotto il cielo della dolce terra oltre il confine della vista consegnata ad una carta od al silenzio di un angolo di patimento la nostra pena non ha fine .fa parte di noi prepara nella corposità della nostra finita natura la gioia della resurrezione di domani Oh i pianti di Rita su Fbio oh i pianti di lei le notti che non finiscono mai chi li può misurare Chi può compendire in una cifra le lagrime di una mamma le sue pene i tormenti le segrete paure e sono esse che snagano il tuturo addolcendolo sul volto del bimbo Nè marito nè figli ripagheranno il suo pianto nessuno dei due empirà il vuoto del suo ventre atroce vuoto che segue a ogni parto di fronte al quale ogni altro dolore scompare .
Mentre le foglie cadono penso agli occhi dei bimbi a quelli dei vecchi che se ne vanno e riascolto gli ultimi versi della canzone sciocca di Garcia Loca che ho insegnato a paolo : Mamma cucimi nel tuo cuscino Ah questo Subito
salvatore gemelli cosi muoiono i vecchi stampato nel settembre 1977
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