Passa ai contenuti principali

19 settembre

19 settembre 



il personale ospedaliero  chiama la russa  questa larva  di donna che si  ricovera a Gerace  per la terza volta Ella  fu di certo un tipetto  molto carino  piccolo  concentrato di arguzie  svelte  dagli occhi taglienti un tipo  piacevole 
ma oggi  è lo spettro di quello che fu se apri  il discorso  una gragnola    di parole  incomprensibili  ti  ti   sommerge  e tu  la  guardi mortificato perché    ti accorgi che le  frasi  provengono da chi è vi vissuta   chissà  quanti anni nella più completa solitudine  che  quelle  parole incomprensibili  l'ammalata le  pronunzia  rapidamente  storpiandole con un accento  rude e una cadenza dolente il cui senso ti  umilia  e irretisce perché non sa di altro che   di  fame e di abbandono Apro  il colloquio 
chi  vi ha portato qua
nessuno  che mi hanno visto nella strada dite si 
 gnorino dite io non sento son  caduta mi fanale  le ossa mi sopn fatta  male alla  gamba

sono caduta e mi fa male 
Avete  mangiato 
Ne ieri  e nè   domani   e  d' avanti eri  mattino  che  non mangio   non  ho nessuno  io non ho bambini  non ho  marito  sono sola   nessuno  mi accudisce  e sono  sempre sola come una cagna  e come  vedete  incespico quando parlo  non   so  quasi parlare 
 come state  
  dite  che cosa  ho io niente non ho  denti mi sono caduti tutti i denti ho la protesi  dentaria si  son caduta son caduta e mi fa male 













Commenti

  1. pesso del libro di salvatore gemelli titolo cosi muoiono i vecchi stampato nel settembre 1977

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

proverbi calabresi

A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I  PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2.        A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI  LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3.        A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4.        A CASA ‘I FORGIARU,  SPITU  ‘I  LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5.       ‘...

Ordine Dorico, Ionico e Corinzio ovvero gli Stili per l'architettura Greca

Ordine Dorico, Ionico e Corinzio ovvero gli Stili per l'architettura Greca Gli Ordini architettonici usati dagli antichi greci. Gli antichi architetti della Grecia per costruire i loro meravigliosi Edifici come per esempio quelli dedicati al culto, i celebri Templi crearono negli anni dei particolari metodi, degli stili conosciuti col nome di  Ordini architettonici  che attraverso dei precisi calcoli matematici e geometrici presentavano alla fine nella visione dell'architettura una precisa e perfetta armonia nelle forme e negli elementi. Questi Ordini architettonici serviranno nell'architettura Greca soprattutto a rispondere a delle esigenze concettuali, tra cui forse la più importante era l'eliminazione di qualsiasi forma di casualità nella realizzazione di un Edificio. Quindi con il termine di Ordine possiamo intendere l'insieme delle regole o dei canoni (dal greco kanòn, ossia norma, regola) che fissano forme e dimensioni delle varie parti che...

Conte, canti e filastrocche

A mblà mblà ci-cì co-cò       A mbla mbla ci-cì co-cò Trè cevètte sop’o comò        Trè civette sul comò Ca facèvene l’amòre            Che facevano l’amore Che la fìgghie du dottòre    Con il figlio del dottore U dottòre s’ammalò             Il dottore si ammalò A mblà mblà ci-cì co-cò.      A mbla mbla ci-cì co-cò. ( La presente conta va cadenzata con la sillabazione ).   Sotto il ponte ci son tre bombe Passa il lupo e non le rompe Passa il figlio del nostro re E le rompe tutte e tre. Iùne, du e trè...attòcch’a ttè.   Uno, due e tre...tocca a te. ( Era un’altra conta ). Pomodoro oro oro Oro di bilancia ancia ancia Quanti giorni sei stata in Francia? Dieci! Uno, due, tre, quattro, cinque, Sei sette, otto nove, dieci. ( Faceva parte dell’inizio di un gioco ). Lamba lambe, ...