Sono leggibili innanzitutto le testimonianze delle presenze indigene precedenti la colonizzazione, con i siti dell'età del bronzo e del ferro, per poi passare alla città greca con il suo imponente sistema di delimitazione e di difesa dell'area urbana (7,5 km. di mura), i moltissimi santuari sia urbani che extraurbani, gli edifici più strettamente legati alla vita civile come il teatro e gli spazi dedicati alle abitazioni e alla vita produttiva, organizzati con il canonico schema urbanistico pianificato per isolati regolari, divisi da strade ortogonali.
Le ricerche hanno anche dato la possibilità di ricostruire molti elementi della vita pubblica, ad iniziare dalle istituzioni attraverso le famose iscrizioni in bronzo dell'archivio del santuario di Zeus Olimpio, di quella quotidiana, grazie alla varietà di reperti rinvenuti nelle abitazioni del quartiere di Centocamere, della religiosità, dell'arte e della cultura di una delle colonie più importanti della Magna Grecia. Si possono poi ammirare tanto nel Museo locale che in quello di Reggio Calabria i corredi provenienti dalle necropoli di Locri Epizefiri che, insieme alle testimonianze dei primi scavi condotti da Paolo Orsi (tempio di Marasà, tempio di Marafioti, santuario di Persefone alla Mannella, necropoli di Lucifero), offrono uno spaccato della società e della vita della colonia.
Le ricerche hanno anche dato la possibilità di ricostruire molti elementi della vita pubblica, ad iniziare dalle istituzioni attraverso le famose iscrizioni in bronzo dell'archivio del santuario di Zeus Olimpio, di quella quotidiana, grazie alla varietà di reperti rinvenuti nelle abitazioni del quartiere di Centocamere, della religiosità, dell'arte e della cultura di una delle colonie più importanti della Magna Grecia. Si possono poi ammirare tanto nel Museo locale che in quello di Reggio Calabria i corredi provenienti dalle necropoli di Locri Epizefiri che, insieme alle testimonianze dei primi scavi condotti da Paolo Orsi (tempio di Marasà, tempio di Marafioti, santuario di Persefone alla Mannella, necropoli di Lucifero), offrono uno spaccato della società e della vita della colonia.
Le recenti ricerche hanno anche dato un risalto inatteso alla fase romana e tardo antica fino al VII secolo d.C. con alcuni edifici monumentali di grande interesse. L'antica Locri Epizefiri offre quindi l'opportunità di poter vivere un contesto archeologico dall'età del bronzo sino al tardoantico; vedere materializzati, attraverso la monumentalità dei siti e la straordinaria bellezza del paesaggio quasi 4000 anni di storia.
Il Parco Archeologico
La creazione, nel luglio del 2006, del Parco Archeologico di Locri Epizefiri, ha permesso, attraverso la realizzazione di itinerari ragionati e sussidi didattici, una migliore fruizione del sito, attrezzato come un museo all'aperto. Nell'area centrale e pianeggiante della città, varie aree monumentali erano da tempo scavate e aperte al pubblico, anche se il loro isolamento rendeva insoddisfacente il livello di percezione complessiva della città antica.
I percorsi di visita del Parco Archeologico prendono avvio dal Museo Nazionale, indispensabile per il primo contatto con la città antica. Un primo percorso raggiunge il tempio ionico di Marasà, fiancheggiando un tratto delle mura e due importanti aree sacre esterne alle mura, dedicate a Demetra Thesmophoros e a Zeus Saettante, che presentano aspetti diversi e complementari del mondo religioso locrese.
Ritornati all'area del Museo, il percorso prosegue lungo le mura che proteggono la città dal lato di mare, costeggiando la cosiddetta Porta Portuense, e altri tratti di mura recentemente messi in luce, fino allo scavo di Marasà Sud con la Casa dei Leoni e il sacello di Afrodite, e la limitrofa Porta di Afrodite. Da qui si raggiunge il grande scavo di Centocamere, con un vasto settore dell'abitato greco, delle mura e l'edificio arcaico detto Stoà a U. Ritornati alla Porta di Afrodite, si prosegue verso monte per circa 400 metri fino al Casino Macrì, dove sono in luce altri resti dell'abitato greco a cui si sovrappongono i resti monumentali di un edificio termale romano; poco più a monte si raggiungono i recentissimi scavi degli edifici romani in contrada Petrara.
La creazione, nel luglio del 2006, del Parco Archeologico di Locri Epizefiri, ha permesso, attraverso la realizzazione di itinerari ragionati e sussidi didattici, una migliore fruizione del sito, attrezzato come un museo all'aperto. Nell'area centrale e pianeggiante della città, varie aree monumentali erano da tempo scavate e aperte al pubblico, anche se il loro isolamento rendeva insoddisfacente il livello di percezione complessiva della città antica.
I percorsi di visita del Parco Archeologico prendono avvio dal Museo Nazionale, indispensabile per il primo contatto con la città antica. Un primo percorso raggiunge il tempio ionico di Marasà, fiancheggiando un tratto delle mura e due importanti aree sacre esterne alle mura, dedicate a Demetra Thesmophoros e a Zeus Saettante, che presentano aspetti diversi e complementari del mondo religioso locrese.
Ritornati all'area del Museo, il percorso prosegue lungo le mura che proteggono la città dal lato di mare, costeggiando la cosiddetta Porta Portuense, e altri tratti di mura recentemente messi in luce, fino allo scavo di Marasà Sud con la Casa dei Leoni e il sacello di Afrodite, e la limitrofa Porta di Afrodite. Da qui si raggiunge il grande scavo di Centocamere, con un vasto settore dell'abitato greco, delle mura e l'edificio arcaico detto Stoà a U. Ritornati alla Porta di Afrodite, si prosegue verso monte per circa 400 metri fino al Casino Macrì, dove sono in luce altri resti dell'abitato greco a cui si sovrappongono i resti monumentali di un edificio termale romano; poco più a monte si raggiungono i recentissimi scavi degli edifici romani in contrada Petrara.
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