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UNA CARTOLINA DA SAN GIOVANNI D Gerace borgo medievale situata nella C Gerace en Gerace: 2 opinioni e 7 foto p Chiesa di Santa Maria di Monserrato











La cittadina, situata in provincia di Reggio Calabria, conta circa 3.000 abitanti. Denominata "Città Santa" per le sue numerose chiese e i vari conventi e monasteri, Gerace è un borgo medievale di straordinario fascino, perfettamente conservato e suddiviso in Borgo Maggiore, Largo Piano, Borghetto e Città Alta.
Gerace è una località agricola e artigianale, dove si producono tessuti e ceramiche artigianali.
Cenni storici:
Gerace fu fondata intorno al VII secolo dai profughi della vicina colonia greca di Locri Epizefiri, rifugiatisi nell'entroterra per sfuggire alle distruzioni operate dai Saraceni.
Sorse così Hagia Kyriaki (Santa Ciriaca), nome che la tradizione popolare accostò poi al diminutivo ierókion (falchetto), dando origine all'attuale toponimo. La distanza dal mare, circa una decina di chilometri, e la protezione della santa non impedirono tuttavia nuovi saccheggi, come quello cui la città fu sottoposta nel 986.

Tradizioni:
La Gastronomia è svariata, con piatti tipici che mantengono vivi gli usi e le tradizioni della zona. Rimane in uso una cucina a base di fritture: caratteristiche sono l'alatucia (cotiche) con le uova e la "curcudia", una sorta di polenta aspromontana.
La carne è soprattutto quella di capra, una delle migliori specialità di questi luoghi. Rinomata è la produzione di ricotta e formaggi secondo i sistemi più antichi. Molto gustosa è la pasta fatta in casa detta "maccarruni", lavorata a mano dalle donne con rametti di erba chiamati mazzuni o cannici.
Le conserve fatte in Aspromonte sono quelle di pomodori e la varietà di olive sott'olio. Fra gli insaccati da ricordare è il capocollo e la soppressata, da gustare col pane di grano fatto in casa.
Tra i dolci: i petrali e le zeppole (a Natale); le n'gute e i cuddhuraci (a Pasqua); isciaruni fatti con pasta di sfoglia, ricotta e uova; i vari tipi di pitte e i scaddateddhi. Gustosi sono i fichi secchi preparati con noci di mandorle; le more di gelso e le costee(pere essiccate).
Tra i vini, il Cuvertà e il Palazzi sono assai pregiati; il Mantonico e il Vino Greco di Bianco da dessert sono dei vini Doc. Sviluppata è inoltre la produzione di vari tipi di liquori fatti in casa ( limoncello, mix di agrumi, nocini, etc.. ).
Infine dalla presenza di secolari uliveti e numerosissimi frantoi, antichi e moderni si ricava un olio molto pregiato, che è alla base dell'economia aspromontana.

Certificazioni:
I BORGHI PIÙ BELLI D'ITALIA

Da vedere:
Il Borgo, nucleo di edifici che si estendono fuori dalle mura cittadine.
In questo borgo, vivono e lavorano, ancora oggi, contadini e artigiani della terracotta. Questi artigiani lavorano in grotte scavate nel tufo continuando una tradizione artigiana molto fiorente nei secoli XVI e XVII.
La chiesa di S. Maria del Mastro, proprio al centro del Borgo, dell'XI secolo, con tipica architettura bizantina ma con una facciata seicentesca. Poco più in alto c'è il Borghetto, dove si possono ammirare, a schiera, molte case medievali a volte sorrette da archi di pietra.
La Città Alta, situata sulla cima pianeggiante della rupe. Proprio in questa zona possiamo ammirare la Piazza del Tocco dove si facevano le adunanze pubbliche e dove si affacciano i palazzi più importanti della nobiltà di Gerace.
I resti di una chiesa, detta della Nunziatella, di semplice architettura bizantina del IX secolo.
L'oratorio dell'Addolorata in stile barocco.
La Cattedrale, dedicata all'Assunta, consacrata la prima volta nel 1045 e poi nel 1222 probabilmente alla presenza di Federico II di Svevia. E' in assoluto la più grande chiesa della Calabria e una delle più importanti. Conserva le linee pure delle cattedrali normanne e un impianto bizantino.
La Chiesa di S. Giovannello, piccolo edificio che risale al X-XI secolo. Al suo interno c'è un pozzo che anticamente serviva come fonte battesimale.
Il Castello, nel quale si possono ammirare solo i pochi resti che consistono in un torrione cilindrico, tratti di mura e qualche rudere sparso. Un tempo era collegato con la città da un ponte levatoio. Era un rifugio per la popolazione in caso di pericolo nella città. Fu costruito nel periodo normanno (1057-1060) ma poi rifatto nei secoli XIII-XIV e rimaneggiato ancora nel ‘500.



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