La città di Gerace per oltre un ventennio (dal 1970 all’ottobre del 1993) è stata sede di Ospedale Geriatrico, per lungodegenza e riabilitazione. Era ospitato in locali di proprietà comunale (Palazzo Sant’Anna, un ex Monastero). I livelli d’assistenza erano altissimi tanto che serviva un bacino d’utenza che comprendeva pazienti provenienti da tutta la Calabria ed anche da altre regioni vicine. La presenza del nosocomio ha fatto sì che Gerace divenisse pure sede di importantissimi convegni medico-scientifici specialistici con la presenza di illustri relatori tra i quali i “padri” della Geriatria italiana. Anche le più importanti riviste scientifiche nazionali ed internazionali pubblicavano gli atti dei convegni geracesi. Con Decreto Regionale, prima dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale e, quindi, delle Asl, l’Ospedale di Gerace venne riconosciuto come Ente Ospedaliero Autonomo tanto che per alcuni anni fu governato da un proprio Consiglio d’Amministrazione.Essendo necessari ed inderogabili alcuni lavori di ristrutturazione e di adeguamento, da Palazzo Sant’Anna, l’Ospedale venne “momentaneamente” trasferito, nel 1993, in un’ala del vicino nosocomio di Locri, in attesa che venissero completati i lavori di costruzione del nuovo Ospedale in “Largo Piana”. Oggi, malgrado la nuova struttura sia stata completata, l’immobile ubicato in “Largo Piana”, costato circa 10 miliardi delle vecchie lire, completato (collaudo compreso) nel 1996 non è mai entrata in funzione benché siano ad oggi trascorsi 14 anni e vi siano state tante ipotesi e promesse per il suo utilizzo. La Guardia di Finanza, su incarico della Corte dei Conti, ha accertato un danno erariale di circa 7 milioni di euro (dovuto proprio al mancato utilizzo) Nel 1996 si è concluso il collaudo alle strutture ed agli impianti. Il Comune di Gerace, subito dopo il trasferimento della proprietà dell’immobile dall’Ente all’Azienda Sanitaria, avviò vere e proprie trattative con i vari Direttori Generali per l’apertura del nosocomio; ma tutto è rimasto lettera morta. Da un promemoria stilato presumibilmente dall’Ufficio Tecnico dell’Azienda Sanitaria risulta “per quanto riguarda i letti di degenza, comodini, etc., che quasi tutti i materiali, acquistati con fondi ex Casmez destinati all’Ospedale di Gerace e custoditi nei magazzini dell’Economato sono stati, nel corso degli anni, consegnati ad Unità Operative Ospedaliere e Territoriali, per soddisfarne le esigenze”. Negli anni dal 1996 al 2009, su impulso dell’Amministrazione comunale, furono contattati vari Enti ed Istituti Privati Ospedalieri al fine di trovare un partner privato per la creazione di una società mista pubblico – privata per la gestione del presidio Ospedaliero: dal “Gruppo Tosi” di Torino al “Gaslini” di Genova, da Cooperative di Catania e di Palermo, al “Santa Lucia” di Bari, al “Gemelli” di Roma, al Policlinico di Monza, Al San Raffaele di Milano etc., senza, però, il benché minimo riscontro dalla Regione Calabria che non mostrò alcun interesse alla realizzazione della società. Negli ultimi anni, il Presidio Ospedaliero di Gerace è diventato una sorta di strumento nelle mani di speculatori politici che additavano l’immobile come simbolo dell’inettitudine umana e sciorinando soluzioni per l’attivazione senza dare importanza al rilevante investimento finanziario iniziale per l’adeguamento dello stesso immobile per la sua completa funzionalità [...]. Dopo varie iniziative, tra le quali un Consiglio comunale aperto ed alcuni incontri istituzionali presso la sede della Giunta Regionale, l’Asl 9 decise di pubblicare un bando per raccogliere manifestazioni d’interesse (società, privati, Enti, etc.) per l’utilizzo dell’immobile. Poi le Asl furono accorpate, il resto è storia di oggi.
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