Passa ai contenuti principali

PROVERBI IN DIALETTO CALABRESE.

salute, è ricco
  • Chine tene libri, tene labbra
Chi possiede libri, sa parlare
  • Chi piecura se fa, 'u lupu se lu mangia
Chi pecora si fa, il lupo se lo mangia
  • Chi pocu tene, caru tene
Chi ha poco, fa molto attenzione a ciò che possiede
  • Chirica 'un fa monacu
La chierica non fa il monaco.
  • Chiru chi fazzu eu, facia u ciucciu meu.
Quello che faccio io, fa il mio asino.
  • Chi sta dintru o te 'ncorna o te scorna
Chi sta dentro casa tua o ti fa le corna o ti porta via qualcosa
  • Chi te vo bene te fa ciangere, chi te vo male te fa ridere
Chi ti vuol bene ti fa piangere, chi ti vuol male ti fa ridere
Chi va a ru mulinu, se 'mparina.
Chi va al mulino, s'infarina.
Solo chi fa le cose, rischia di avere dei problemi.
  • Criscianu l'anni e criscianu i malanni
Aumentano gli anni e aumentano i malanni
  • Cu joca sulu non si 'ncagna mai.
Chi gioca da solo non si incavola mai.
  • Cumpra caru, ca stai 'mparu
Compra ciò ch'è caro e ti troverai bene
  • Cu 'ndeppi focu campau, cu 'ndeppi pani moriu.
Chi ha avuto il fuoco è vissuto, chi ha avuto il pane è morto.
  • Cu non m'boli mi sciorba
Che sia accecato chi non vuole (l'invidioso)
  • Cu non poti mangiari ' carni si mbivi u brudu.
Chi non può mangiare la carne è costretto ad accontentarsi del brodo.
  • Cu sparta pija a megghju parta.
Chi divide si prende la parte migliore.
  • Chi se leva ru matinu abbusca nu carinu
Chi si alza presto, guadagna un carlino
Ad alzarsi presto, c'è tutto da guadagnare.
  • Cu vaci cu zoppu, zoppia.
Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
  • Cu' va 'nda l'avvucatu, perdi l'urtimu ducatu
Chi va dall'avvocato, perde l'ultimo ducato


http://www.salvatoregemelli.com

https://youtu.be/Ww6QW3ye-Nk

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

proverbi calabresi

A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I  PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2.        A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI  LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3.        A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4.        A CASA ‘I FORGIARU,  SPITU  ‘I  LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5.       ‘...

Ordine Dorico, Ionico e Corinzio ovvero gli Stili per l'architettura Greca

Ordine Dorico, Ionico e Corinzio ovvero gli Stili per l'architettura Greca Gli Ordini architettonici usati dagli antichi greci. Gli antichi architetti della Grecia per costruire i loro meravigliosi Edifici come per esempio quelli dedicati al culto, i celebri Templi crearono negli anni dei particolari metodi, degli stili conosciuti col nome di  Ordini architettonici  che attraverso dei precisi calcoli matematici e geometrici presentavano alla fine nella visione dell'architettura una precisa e perfetta armonia nelle forme e negli elementi. Questi Ordini architettonici serviranno nell'architettura Greca soprattutto a rispondere a delle esigenze concettuali, tra cui forse la più importante era l'eliminazione di qualsiasi forma di casualità nella realizzazione di un Edificio. Quindi con il termine di Ordine possiamo intendere l'insieme delle regole o dei canoni (dal greco kanòn, ossia norma, regola) che fissano forme e dimensioni delle varie parti che...

Conte, canti e filastrocche

A mblà mblà ci-cì co-cò       A mbla mbla ci-cì co-cò Trè cevètte sop’o comò        Trè civette sul comò Ca facèvene l’amòre            Che facevano l’amore Che la fìgghie du dottòre    Con il figlio del dottore U dottòre s’ammalò             Il dottore si ammalò A mblà mblà ci-cì co-cò.      A mbla mbla ci-cì co-cò. ( La presente conta va cadenzata con la sillabazione ).   Sotto il ponte ci son tre bombe Passa il lupo e non le rompe Passa il figlio del nostro re E le rompe tutte e tre. Iùne, du e trè...attòcch’a ttè.   Uno, due e tre...tocca a te. ( Era un’altra conta ). Pomodoro oro oro Oro di bilancia ancia ancia Quanti giorni sei stata in Francia? Dieci! Uno, due, tre, quattro, cinque, Sei sette, otto nove, dieci. ( Faceva parte dell’inizio di un gioco ). Lamba lambe, ...