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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

storia della locride

LOCRI   EPIZEFIRÎ  (Λοκροὶ οἱ 'Επιζεϕύριοι; lat.  Locri ; gli abitanti  Locrenses ). - Colonia greca della Magna Grecia (v.), fondata, intorno alla metà del sec. VII a. C. (data tradizionale, in Eusebio, il 673 a. C.) da coloni provenienti dalla Locride Opunzia, per la maggior parte, ma anche dalla Locride Ozolia e anche, probabilmente, dalla Focide: né è escluso che anche elementi corinzî e ionici si trovassero nella originaria popolazione di Locri. La mescolanza di elementi di diverse città e stirpi è del resto fenomeno comune a tutte le colonie greche; che però tale mescolanza fosse insolitamente accentuata in questa città, parrebbe doversi derivare dal fatto che Locri si diede, prima d'ogni altra città greca, un diritto scritto, necessario soprattutto là dove non potevano conservare il loro valore i diritti tradizionali e orali delle diverse stirpi. Ecista sarebbe stato Evante. I coloni si stanziarono presso il promontorio Zefirio (a nord del Capo Spartivento); dopo qu

la storia locri epizefiri

La storia di Locri Epizefiri è una storia millenaria che inizia con l'arrivo sulle coste della Calabria meridionale, tra l'VIII ed il VII secolo a.C., di un nuc leo di coloni provenienti dalla Locride, una regione povera dell'antica Grecia. Da quel momento in poi la storia della città si sviluppa lungo l'arco dei secoli ed è una storia costellata di avvenimenti: dallo splendore dell'età arcaica e l'alleanza con Siracusa, al duro impatto con il mondo romano; dalla nuova dimensione positiva di Municipium fino all'inevitabile declino che la porterà a trascinarsi fino al VII-VIII sec. d.C., quando una serie di problematiche ambientali (mancanza di risorse e la diffusione della malaria) unite alla violenza crescente delle incursioni arabe, spinsero gli ultimi abitanti della zona a rifugiarsi sulle vicine montagne dove, da quel momento in poi, contribuirono allo sviluppo di un'altra città: Gerace. Storia STORIA LA STORIA E' forse la parte a cui si dedi
Il Parco Nazionale dell’Aspromonte, istituito nel 1994, si estende per circa 76.000 ettari nella parte più meridionale della Calabria, comprendendo 37 Comuni della provincia di Reggio Calabria. L’Aspromonte costituisce l’ultimo tratto delle cosiddette “ Alpi calabresi ”, che comprendono l’esteso complesso montuoso formato dalla Sila, dalle Serre calabresi e appunto dall’Aspromonte. Tali montagne, formate da rocce cristalline, principalmente graniti, hanno origine e geologia differente rispetto alla Catena Appenninica, di origine sedimentaria e con predominanza di calcari, che termina con il massiccio del Pollino e dell’Orsomarso. Il massiccio dell’Aspromonte si presenta come un’enorme piramide di roccia stretta tra due mari, il Tirreno e lo Jonio. La cima più alta, il Montalto, con i suoi 1955 metri rappresenta un eccezionale belvedere da cui è possibile vedere lo Stretto di Messina, l’Etna e le isole Eolie. Il versante tirrenico, costituito da substrati in genere di tipo crista
In Calabria è tutto pronto: la Regione verrà divisa in due parti da un maxi canale che collegherà il versante jonico con quello tirrenico. Il progetto è chiaro: tagliare in due la Calabria, con un grande canale navigabile che colleghi il mar Ionio con il Tirreno “segando” la regione da Lamezia a Squillace. È questa la proposta presentata al Presidente della Regione Mario Oliverio e che nelle intenzioni del comitato promotore dovrebbe approdare a breve anche sulla scrivania del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Il “Canale dei Due Mari” dovrebbe costare tra i 6,5 e i 9 miliardi di euro, e prevede la costruzione all’imbocco del canale di due citta’ nuove di zecca. "Quando il canale sarà a regime i vantaggi sono evidenti: occupazione di giovani quali addetti alla manutenzione; incasso dei pedaggi che potranno essere destinati dalla Regione ad opere sociali; creazione di due nuove città, una sul lato Tirreno con il nome di Neoeliopolis in onore di Tommaso Campanella e dell

locri epizefiri

L'antica colonia locrese di Lokroi Epizephyrioi fu fondata, secondo una notizia di Strabone, confermata anche dai riscontri archeologici, poco dopo la fondazione di Kroton avvenuta nel 709 a.C. da coloni che provenivano dalla regione della Locride Ozolia o dalla Locride Opunzia. Aristotele invece sostiene che i fondatori fossero in realtà dei servi fuggiti con le mogli dei loro padroni, impegnati con Sparta nella guerra contro i Messeni. Tale asserzione, negata più tardi da Timeo, fu confermata da Polibio (Storie XII, 5-10), che raccolse le testimonianze dirette dei discendenti locresi. A queste origini è forse da riferire l'uso singolare della matrilinearità nella discendenza nobiliare in uso a Locri Epizefiri. Locri Epizefiri era organizzata secondo un modello tipico della madrepatria, con una rigida aristocrazia conservatrice e guerriera che deteneva il potere e lo esercitava attraverso l'Assemblea dei Mille che comprendeva, probabilmente, tutti i cittadini capo famig

la regione

Teodorico, re degli Ostrogoti, impose la sua sovranità in Calabria che attraversò un'epoca di relativo benessere; magister officiorum e prefetto del Pretorio di Teodorico fu per lunghi anni Cassiodoro che, ritiratosi dalla vita pubblica, istituì a Vivarium presso Squillace una comunita' religiosa e culturale dotata di autosufficienza economica. Alla morte di Teodorico (526), i Bizantini strapparono ai suoi successori la Calabria e quindi tutta l'Italia (guerra gotica, 535/553). I Longobardi conquistarono la parte settentrionale della Regione costituendo un gastaldato con sede a Cosenza, in seno al ducato di Benevento e poi al principato di Salerno (847). Gli Arabi, che già si erano insediati in Sicilia nel IX sec., arrecarono con le loro incursioni notevoli danni alla Calabria giungendo anche all'interno e riuscirono a costituire un emirato ad Amantea (784/884). I Bizantini, nell'885, scacciarono Longobardi e Arabi ridando l'unità amministrativa alla regione

La storia di Locri Epizefiri

La storia di Locri Epizefiri La colonia di Locri Epizefiri fu fondata, secondo una notizia di Strabone confermata anche dai riscontri archeologici, alla fine dell'VIII a.C., da coloni che provenivano dalla Locride di Grecia. In epoca classica i Locresi vivevano in due regioni distinte: la Locride Occidentale (Ozolia), affacciata sul golfo di Corinto e quella Orientale, sul Mar Egeo (Opunzia, o Epicnemidia). Questa distinzione ha creato, nelle fonti antiche e anche in epoche più recenti, una certa confusione sulla provenienza dei coloni di Locri, ma gli stretti rapporti tra le due Locridi hanno portato gli studiosi a ritenere che Locri Epizefiri sia stata una fondazione mista. Aristotele sostiene che i fondatori fossero in realtà dei servi fuggiti con le mogli dei loro padroni, impegnati con Sparta nella guerra contro i Messeni: tale asserzione, negata più tardi da Timeo (III a.C.), fu confermata da Polibio, che raccolse le testimonianze dirette dei discendenti locresi. La f

la locride

i  venti la direzione predominante  dei  venti  e  quella  parallela alla linea  di spiaggia  e ai rilievi  soffiano  per tanto  nei  sensi  NE.SO ma dalla foce del bonamico  a capo  bruzzano  prevalgono  i venti  di est tutta la zona inoltre e apertaai venti  autunnali  invernali   se che sono di natura abitualmente sciroccale m spno  questi  i venti che soffiando contro le vime dell aspomonte condensano  le  debole umidità in forti acquazzoni che scariicano  sui finchi del  rilievo  riparmiando  la faccia litoranea http://www.salvatoregemelli.com http://www.salvatoregemelli.blogspot.it

storia della calabria

Ha attraversato i millenni, ha visto sorgere e tramontare imperi, ha contribuito al crollo di una delle più raffinate città della Storia, ma oggi si parla di lui perchè le sue acque trattenute da argini malsicuri minacciano costantemente l’area archeologica dell’antica città magno-greca di Sibari. Ci riferiamo al fiume Crati,  l’antico  Kràthis  (un idronimo greco che allude all’idea di potenza), il fiume più importante della  Calabria  per lunghezza del suo corso (91 km), superficie di bacino idrografico (2.440 km²) e volume d’acque alla foce. E’ anche il terzo del Sud Italia dopo il Volturno e il Sele. Oggi il Crati presenta un regime spiccatamente torrentizio, alternando a forti e talvolta disastrose piene invernali forti riduzioni estive del flusso.  Questo fiume occupa un suo posto di rilievo nel nostro ideale atlante dei  Luoghi del Mito  perchè il suo nome è associato a leggende e storie dell’antichità di cui fonti remote hanno conservato traccia. c ome spesso accade per la to