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In Calabria è tutto pronto: la Regione verrà divisa in due parti da un maxi canale che collegherà il versante jonico con quello tirrenico. Il progetto è chiaro: tagliare in due la Calabria, con un grande canale navigabile che colleghi il mar Ionio con il Tirreno “segando” la regione da Lamezia a Squillace. È questa la proposta presentata al Presidente della Regione Mario Oliverio e che nelle intenzioni del comitato promotore dovrebbe approdare a breve anche sulla scrivania del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Il “Canale dei Due Mari” dovrebbe costare tra i 6,5 e i 9 miliardi di euro, e prevede la costruzione all’imbocco del canale di due citta’ nuove di zecca. "Quando il canale sarà a regime i vantaggi sono evidenti: occupazione di giovani quali addetti alla manutenzione; incasso dei pedaggi che potranno essere destinati dalla Regione ad opere sociali; creazione di due nuove città, una sul lato Tirreno con il nome di Neoeliopolis in onore di Tommaso Campanella e della sua città del sole, l' altra con il nome Neotalassopolis in onore del mare che bagna la Calabria; possibili strutture ospedaliere con relativi centri di ricerca medica e farmacologica; valorizzazione dei benefici della dieta mediterranea con l' utilizzo di alimenti tipici calabresi", spiega a Libero l'avvocato Domenico Pio Riitano, tra i promotori del progetto.

Di fatto, il canale, avrà grosse ricadute sulla navigazione: "L' idea è quella di costruire un canale navigabile di dimensioni tali da ospitare il transito nei due sensi di navi cargo e da crociera, evitando il periplo dell' Italia attraverso lo stretto di Messina, realizzando un risparmio tra le 13 e le 16 ore di navigazione, con una riduzione del consumo di nafta pesante e con una minore spesa tra i 150 e 190.000 Euro. Quanto ai costi, la stima oscilla tra i 7 e i 9 miliardi di euro, al netto delle cosiddette opere ancillari, quali ponti, viadotti e superstrade. È garantito il rispetto per l' ambiente e l' ecosistema", conclude Riitano. Insomma a quanto pare, tra ponti e canali, sulla carta il Sud è pronto a cambiare fac

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