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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

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Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri – Locri (RC) – Calabria

Il Museo Archeologico Nazionale di Locri fu costruito nel 1971 su progetto dell’architetto Giovanni de Franciscis, nelle immediate vicinanze della città antica, a 3 km dalla moderna città di Locri. Custodisce i reperti provenienti dagli scavi effettuati negli ultimi 60 anni, tra cui quelli dell’abitato di Centocamere (il quartiere dei ceramisti), delle necropoli di contrada Lucifero e contrada Parapezza e della varie aree sacre. E’ immerso nel verde di uliveti secolari, di aranceti e di piante di bergamotto.  I visitatori sono accolti dal profumo della zagara e del gelsomino e di mille piante selvatiche della macchia mediterranea nella quale è immerso l’attiguo parco archeologico che, oltre ai resti dell’antica città di Locri Epizefiri, offre anche un museo del periodo romano e i resti di un edificio termale romano            COSA POTRAI VISITARE NEL MUSEO?  La città di Locri Epizefiri fu fondata da coloni greci alla fine de

Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri – Locri (RC) – Calabria

Il Museo Archeologico Nazionale di Locri fu costruito nel 1971 su progetto dell’architetto Giovanni de Franciscis, nelle immediate vicinanze della città antica, a 3 km dalla moderna città di Locri. Custodisce i reperti provenienti dagli scavi effettuati negli ultimi 60 anni, tra cui quelli dell’abitato di Centocamere (il quartiere dei ceramisti), delle necropoli di contrada Lucifero e contrada Parapezza e della varie aree sacre. E’ immerso nel verde di uliveti secolari, di aranceti e di piante di bergamotto.  I visitatori sono accolti dal profumo della zagara e del gelsomino e di mille piante selvatiche della macchia mediterranea nella quale è immerso l’attiguo parco archeologico che, oltre ai resti dell’antica città di Locri Epizefiri, offre anche un museo del periodo romano e i resti di un edificio termale romano            COSA POTRAI VISITARE NEL MUSEO?  La città di Locri Epizefiri fu fondata da coloni greci alla fine de

san michelle gabriele e raffaele

“I tre arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele”, Francesco Botticini Nella  Bibbia  si parla spesso degli angeli e in particolare di alcuni chiamati arcangeli,  che si differenziano dagli altri poiché hanno funzioni speciali e superiori. Nel Nuovo Testamento il termine arcangelo è attribuito a Michele .  Solo in seguito è esteso anche a Gabriele e Raffaele . Quest’ultimo nel libro di Tobia dice di essere “uno dei sette che sono sempre pronti a entrare alla presenza della maestà del Signore”, ma forse il numero sette è simbolico poiché la Bibbia parla soprattutto dei tre già citati, ai quali, nel passato, veniva attribuito un culto speciale con celebrazioni eucaristiche e preghiere differenti in base alle ore del giorno. Il nuovo calendario liturgico raggruppa però in un unico giorno, il  29 settembre , la festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. arcangelo Michele Ma chi sono costoro?  Il nome  Michele  deriva dall’espressione “Mi-ka-El” ossia “Chi è come Dio?

san Raffaele arcangelo

San Raffaele Arcangelo Nel Nuovo Testamento il termine" arcangelo" è attribuito a Michele. Solo in seguito venne esteso a Gabriele e Raffaele, gli unici tre arcangeli riconosciuti dalla Chiesa, il cui nome è documentato nella Bibbia. San Raffaele, "Dio guarisce", è nominato ampliamente nel libro di Tobia ed in molti apocrifi ed è invocato come guaritore. Raffaele (Dio ha guarito), anch'egli fra i sette angeli che stanno davanti al trono di Dio (Tb 12, 15; cfr Ap 8,2), accompagna e custodisce Tobia nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco. Il nuovo calendario ha riunito in una sola celebrazione i tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, la cui festa cadeva rispettivamente il 29 settembre, il 24 marzo e il 24 ottobre. Dell'esistenza di questi Angeli parla esplicitamente la Sacra Scrittura, che dà loro un nome e ne determina la funzione. S. Michele, l'antico patrono della Sinagoga, è ora patrono della Chiesa universale; S. Gabr

pesaro una storia antica

Pesaro: una storia antica Stabilimento balneare di inizio '900 Il nome della città (dal latino Pisaurum) sembra derivi dall’antico nome del fiume Foglia: Isaurus o Pisaurus. Le sue origini sono antichissime: si pensa che i primi ad edificare qui siano stati i Siculi. Si trovano poi insediamenti di Umbri-Piceni, Etruschi e Galli Senoni fino al 184 a.C., quando Pesaro diventa la colonia romana Giulia Felice. Caduto l’Impero Romano d’Occidente (476.d.C.), subisce le invasioni dei Goti. Dopo l’incendio della città, nel 544 torna all’Impero Romano d’Oriente. Durante la dominazione bizantina partecipa alla Pentapoli marittima con Rimini, Fano, Senigallia e Ancona. Liutprando re dei Longobardi la conquista e la fa governare fino al 752 quando torna sotto l’esarcato di Ravenna. Tre anni dopo passa sotto il dominio di Pipino, re dei Franchi, che la cede al pontefice Stefano III. La donazione viene confermata da Carlo Magno nel 774, dando inizio alla plurisecolare appartenenz

GERACE

GERACE   Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. « Piena di palazzi bellamente situati, posta su uno stretto margine di roccia [...] Meravigliati da tanti panorami che si presentano da ogni lato; ogni roccia, Santuario o palazzo a Gerace sembravano essere sistemati e colorati apposta per gli artisti... »  (Edward Lear - Diario di un viaggio a piedi - 1847) Gerace  è un comune di 2.892 abitanti della provincia di Reggio Calabria. La cittadina, che conserva ancora oggi un'impostazione e un fascino medievale, si trova all'interno del Parco Nazionale dell'Aspromonte. Il centro urbano, in particolare il borgo antico, è ricco di chiese, palazzi d'epoca, e vani, un tempo abitazioni o botteghe, scavati direttamente nella roccia. Vi si possono ammirare un castello ed una splendida cattedrale, entrambi di epoca normanna, oltre a numerose costruzioni di varia natura e genere architettonico (oltre che normanno anche bizantino, gotico e romanico). Dalla sua posizio

scavi di locri

Nel corso dei secoli molti viaggiatori hanno parlato dell'antica Locri Epizefiri nei loro resoconti di viaggio; resoconti attraverso i quali siamo venuti a conoscenza dello stato di conservazione dei resti dell'antica città nelle varie epoche. Ma il primo vero studio sull'antica Locri Epizefiri lo si deve a  Honoré Théodoric d'Albert ,  Duca di Luynes  il quale, oltre allo scavo del  tempio di "Casa Marafioti" , realizzò anche la prima planimetria della città antica che venne pubblicata, nel 1830, ad opera dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica di Roma. In seguito, Locri Epizefiri fu l'oggetto di studio di  Pasquale Scaglione , originario di Gerace, che nel 1856 pubblicò un'opera dal titolo "Storie di Locri e di Gerace", ancora oggi importante per il gran numero di notizie che fornisce sulla zona della città antica che, altrimenti, non ci sarebbero mai pervenute. Tuttavia il vero inizio della storia archeologica moderna di Locri