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Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri – Locri (RC) – Calabria

Il Museo Archeologico Nazionale di Locri fu costruito nel 1971 su progetto dell’architetto Giovanni de Franciscis, nelle immediate vicinanze della città antica, a 3 km dalla moderna città di Locri. Custodisce i reperti provenienti dagli scavi effettuati negli ultimi 60 anni, tra cui quelli dell’abitato di Centocamere (il quartiere dei ceramisti), delle necropoli di contrada Lucifero e contrada Parapezza e della varie aree sacre.
E’ immerso nel verde di uliveti secolari, di aranceti e di piante di bergamotto. 

I visitatori sono accolti dal profumo della zagara e del gelsomino e di mille piante selvatiche della macchia mediterranea nella quale è immerso l’attiguo parco archeologico che, oltre ai resti dell’antica città di Locri Epizefiri, offre anche un museo del periodo romano e i resti di un edificio termale romano
  
  




  
















COSA POTRAI VISITARE NEL MUSEO? 

La città di Locri Epizefiri fu fondata da coloni greci alla fine dell’VIII secolo a.c. ed era circondata da circa 7 Km di mura, in alcuni tratti ancora visibili. All’esterno si trovavano le necropoli, che hanno conservato magnifici oggetti che facevano parte dei corredi funebri.
Nell’antichità Locri era considerata la patria della legalità perché le prime leggi scritte del mondo occidentale furono emanate proprio in questa colonia della Magna Grecia, attribuite al famoso legislatore Zaleuco.
Le sale del Museo ci mostrano eccezionali e particolari documenti della vita quotidiana di Locri Epizefiri:  pesi da telaio, fusi, pentole, testimoni dell’attività della donna nella propria casa. I magnifici vasi decorati di squisita fattura, gli strumenti di lavoro dei ceramisti e le matrici con le quali potevano riprodurre più oggetti.

I giocattoli di terracotta del V-III sec. a. C., ritrovati nelle abitazioni di Centocamere, il quartieri dei ceramisti, e questa biga in bronzo che faceva parte del corredo funerario di un bambino, seppellito insieme al suo giocattolo preferito.Solo a Locri  potrai ammirare i pinakes, quadretti in terracotta,  grandi come un iPad,che narrano molte storie e venivano offerti alla dea Persefone, ed i raffinatissimi specchi in bronzo e altri oggetti per la toilette deposti nelle tombe femminili che ci rimandano alla leggenda che vuole Locri fondata da aristocratiche fuggite dalla Grecia insieme ai loro schiavi.
  


  











  
LO SAPEVI CHE …?
1.- A quei tempi non esistevano gli specchi in vetro come li conosciamo noi, ma erano fatti in metallo, così ben lucidato che potevano efficacemente riflettere 
l’ ‘immagine.

2.- All’interno del Museo di Locri c’è un percorso per i ragazzi con pannelli colorati che hanno come protagonisti una famiglia locrese di 2500 anni fa, composta dal padre ceramista Nestore, dalla madre Dimitra, da Clio, una ragazza in procinto di sposarsi, e da Costa, il ragazzo che vi farà da guida e vi racconterà la vita quotidiana dei greci antichi.

3.- I pinakes sono i reperti più importanti di Locri e raccontano il mito di Persefone, realizzate in terracotta, venivano prodotte con uno stampo ed erano policromi, infatti su alcuni di essi abbiamo tracce di colori: rosso, giallo, bianco, blu.  ‘Fotografano’ inoltre dettagliatamente arredi e oggetti d’uso quotidiano dell’epoca.




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