La tragedia e la commedia venivano rappresentate ad Atene durante le festività dionisiache di primavera e invernali. Nel IV secolo il teatro era diventato un fenomeno diffuso in tutta l’area della civiltà greca e non mancavano gli appassionati che facevano lunghi viaggi per assistere alle rappresentazioni nelle varie città. Ogni città possedeva il suo teatro. Il teatro non rappresentava solo il luogo degli spettacoli, ma era anche il luogo delle adunanze politiche.
Il teatro e le sue componenti
La storia dell’edificio teatrale antico è la storia delle sue componenti: l’orchestra, la cavea, la skenè, le parodoi, del loro significato, della loro funzione. Si sa che dal IV secolo a.C. anche la skenè venne edificata in pietra. Nella parte anteriore, esisteva una specie di porticato tra le cui colonne venivano inseriti elementi pittorici, i pinakes (quadri), che servivano ad ambientare gli eventi del dramma. Durante il periodo classico il tetto della skenè veniva utilizzato per le apparizioni divine e le scene che dovevano essere svolte su un piano più alto. Poi, quando i festival si ridussero alla replica delle opere classiche, gli attori cominciarono a recitare sopra la skenè, o meglio sopra un nuovo elemento, il proskenion, che corrisponde al nostro palcoscenico, mentre l’orchestra era a disposizione del coro.
Da qui il complesso scenico si articolava su due piani: il primo, la fronte del proscenio, fornendo lo sfondo alle evoluzioni del coro; il secondo, la fronte della scena, fornendolo agli attori. Tuttavia, l’unica cosa certa è che nel periodo ellenistico, ovvero a partire dal III secolo a.C., il complesso scenico fu costruito da un doppio colonnato i cui intercolumni erano chiusi da riquadri dipinti. La cavea tende ad allungarsi a ferro di cavallo, mentre l’orchestra perde la forma circolare. Le parodoi, che avevano la funzione di ingresso per il pubblico e per il coro, accentuano la prima, perdendo l’antica disposizione obliqua e vengono chiuse da due cancelli, che uniscono l’edificio scenico e la cavea.
I primi teatri
Il primo teatro stabile di pietra fu costruito a Roma da Pompeo nel 55 a.C. e per lungo tempo fu il teatro per eccellenza. Successivamente, nel 13 a.C., fu costruito un secondo teatro, quello di Balbo e, pochi anni dopo, quello di Marcello, di cui sono arrivati a noi i resti. Nel corso del periodo imperiale, in tutta la provincia romana, furono costruiti ex novo numerosi teatri e, in Grecia, i teatri ellenici vennero adattati alle esigenze dei romani.
Differenza fra teatro greco e romano
Uno degli elementi che differenziano i teatri greci da quelli romani è di carattere strutturale: i romani usarono saltuariamente un declivio naturale per appoggiare le gradinate della cavea. Mentre gli elementi interni rimangono quelli del teatro greco, ma con delle modifiche: lo spazio dell’orchestra viene dimezzato, diventando semicircolare e come conseguenza anche l’arco della cavea diventa semicircolare.
L’orchestra non viene più utilizzata dal coro, che nel teatro romano è quasi assente, ma diventa una platea per un’élite di spettatori. La scena viene abbassata ad altezza uomo, mentre nel teatro ellenistico era alta più di tre metri. Muta la facciata dell’edificio, che diventa nel periodo imperiale sempre più imponente: una serie di colonnati sovrapposti su più piani, fino a tre, con colonne e pilastri di preziosi marmi policromi.
Gli attori entrano in scena dalle tre porte. La porta centrale era detta regia e costituiva l’elemento centrale del teatro, si apriva all’interno di una nicchia. Le due porte laterali prendevano il nome di hospitalia.
Il teatro greco e il teatro romano
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