La XXXVI Edizione del Premio Internazionale Colonie Magna Grecia A.Tarsitano si è svolta in Calabria il 17 settembre 2016 a Locri nel Palazzo della Cultura e la mani-festazione interdistret-tuale del 2100° e 2120° è stata organizzata dal R.C. di Locri. L’importanza di questo “Premio” ha ormai travalicato i confini dei due Distretti e dello stesso Rotary per dive-nire patrimonio dell’Italia grazie al suo alto valore culturale ed alla serietà degli studi storici ed archeologici sulla Magna Grecia, unanimemente riconosciuti negli am-bienti scientifici interna-zionali.
Gli indirizzi di saluto sono stati porti da Sergio Hyeraci Presidente del Comitato orga-nizzatore, da Giovanni Condemi Presidente del Club di Locri e dal Sin-daco di Locri. Il Presidente del Premio Magna Grecia Gian-franco Camisa, che ha presieduto i lavori, ha passato la parola al DG del 2120 Distretto Luca Gallo che ha sottolineato la validità dell’iniziativa giacchè rivolge l’atten-zione del Rotary alla valorizzazione del patri-monio storico-culturale del territorio (le radici). Ha rimarcato, inoltre, la Paideia greca per la formazione integrale delle giovani generazioni ed ha concluso che il “Premio Tarsitano” aiuta a rendere la storia attualità del tempo passato e realtà creata dall’uomo per farne di essa un anello di congiunzione tra passato e futuro.
Ha fatto seguito l’intervento di Giovanni Petracca, in rappresen-tanza del DG del 2100 Distretto Gaetano De Donato, il quale, citando Seneca, ha sostenuto che solo il passato ci appartiene veramente ! Attraverso lo studio del passato possiamo migliorare il futuro e un popolo che ignora il proprio passato – come diceva Montanelli – non saprà nulla del proprio futuro, anzi , come diceva B. Croce, la storia è sempre contemporanea e, dunque,fornisce costan-temente un contributo prezioso per capire il presente attraverso l’ana-lisi di un periodo storico nel quale in tanti videro l’infanzia dell’Occidente.
Gianfranco Camisa ha sottolineato che il “Premio” è nato dall’esi-genza di far conoscere il luminoso passato del nostro territorio; esso attrae per il suo alto valore culturale ed è itinerante per permettere la conoscenza di territori altrimenti sconosciuti e che costituiscono la vera ricchezza del Paese. Locri è il luogo per eccellenza della Magna Grecia ed il DNA di queste terre è la grecità, valore aggiunto del nostro meridione, dove i coloni greci portarono benessere e civiltà carica di valori etici e culturali basi della nostra società.
Entrando nel vivo dei lavori della giornata, l’Archeologa Prof. Mar-gherita Milanesio passa a trattare delle “Donne e Dee a Locri Epizephiri”; colonia questa in cui le donne godevano di gran-de prestigio; dagli scavi effettuati sono emersi diversi santuari di cui uno dedicato al dono delle acque; e l’acqua era l’elemento primordiale dei rituali antichi in quanto simbolo di vita, fertilità e purezza; le tavolette vo-tive, fra i tanti reperti rinvenuti, erano dedicate al valore del matrimonio ed alle cerimonie con-nesse, scene di vita fami-liare e sacrifici e rituali sulla fertilità; da ciò è emerso lo spaccato di una società che credeva nel valore della famiglia il cui elemento centrale era la donna sposa e madre; ma accanto alle scene di vita reale c’erano quelle legate al mito con il tema predominante del “rapimento” come quello di Persefone; scene di matrimonio con le divinità garanti; Dioniso, Ares, i Dioscuri e tanti altri personaggi mitologici del mondo dell’antica Grecia. Un universo femminile – sostiene Margherita Mila-nesio – in cui gli uomini rappresentavano “il prin-cipe azzurro” al quale ogni donna aspirava.
Altrettanto inte-ressante il tema trattato dal Prof. Angelo Meriani “La musica nell’antica Locri”. La musica nell’an-tichità era anche lette-ratura, era la narrazione di eventi potenziati dalla musica per un pubblico sostanzialmente illette-rato; veniva utilizzata nei racconti del mito da leg-gendari cantori per raf-forzare i fatti riguardanti il culto degli eroi, degli dei e per valorizzare gli agòni sportivi. Particolarmente suggestivo è stato l’a-scolto di alcuni brani musicali dell’epoca ripro-dotti con il suono grave dell’aulos : flauto usato all’epoca negli spazi aperti, e la visione della riproduzione scritta su pergamena o papiro di alcune partiture musicali con segni che riprodu-cevano l’organizzazione delle note e del ritmo.
Ha fatto seguito l’intervento del Coordi-natore del Comitato Scientifico PDG Prof. Mario Mello che ha tracciato il profilo dello studioso premiato il Dott. Claudio Sabbione, Ar-cheologo con 47 anni di attività a Locri; nel corso della presentazione ha esordito dicendo che “più si sa e più ci si accorge di non sapere”; facendo poi riferimento al pensiero di San Pio X sulla scienza, ha concluso il suo intervento con l’immagine della conoscenza come una sfera luminosa nel mare delle tenebre, che più si amplia con gli studi e la ricerca e più alimenta il contatto con le tenebre. L’intensa mattinata di lavori si è conclusa con la “Lectio Magistralis” nel corso della quale il Dott. Sabbione ha parlato della Magna Grecia come ambiente molto articolato al suo interno, in cui ciascuna polis aveva una sua specificità. Soffer-mandosi sul sito ar-cheologico di Locri Epi-zephiri, area di una città antica senza sovrapposizioni successive e sulla sua fondazione avvenuta in due tempi, ha ricordato che i primi coloni greci provenirono dalla Locride Opunzia intorno al VI secolo A.C., occupando un’area ancor oggi denominata Locride come quella di prove-nienza. Nel tempo la città per cultura si elevò ai livelli di Sparta, come dimostrano reperti militaristici narranti episodi bellici come la guerra vinta da Locri contro Crotone; in tale occa-sione l’alleata Sparta non inviò armi e uomini ma solo assicurò la presenza dei fratelli Dioscuri che diventano così protettori anche di Locri e ciò spiega la loro presenza nel Santuario di Marasà; l’oratore conclude con il riferimento ai reperti tratti dal Santuario della Man-nella ed al richiamo delle leggi che regolarono la vita di Locri, leggi formu-late da Zeleuco e che costituirono il primo codice di leggi non più verbale ma scritto della storia occidentale.
Ha fatto seguito la cerimonia della consegna della Targa del Premio con la motivazione “A Claudio Sabbione Ar-cheologo, per il rigore scientifico, l’ammirevole tenacia e la saggia umiltà con cui ha illuminato la conoscenza delle antiche terre di Calabria – Locri 17 settembre 2016”.
Il convegno, il cui successo è andato oltre ogni previsione, è stato preceduto da una inte-ressante visita alle ville romane di Casignana (guida l’archeologa Margherita Milanesio), dove si sono potuto am-mirare dei bellissimi pavimenti a mosaico ben conservati da far invidia a quelli di Piazza Armerina. Dopo il convegno è stata effettuata una stupenda visita (con la guida dell’Archeologo Sab-bione) al museo e al parco archeologico di Locri che ha restituito alla luce l’antico sito urbano con numerosi resti e suppellettili sapiente-mente raccolti nell’Anti-quarium adiacente; la visita del quartiere delle Centocamere ha mostra-to resti di abitazioni, laboratori con fornaci, pozzi, condotte idriche, resti di mura possenti; la visita del santuario di Marasà, risalente alla prima metà del V secolo, ha mostrato le strutture superstiti del tempio , il suo grande altare probabilmente dedicato ad Afrodite, nel cui timpano occidentale era-no allocati i gruppo marmorei dei Dioscuri ora conservati nel Museo nazionale di Reggio Calabria; il convegno si è concluso domenica mat-tina con la visita di Gerace, la città dalle cento chiese, con il suo tessuto urbanistico medievale, la chiesa di S.Francesco d’Assisi con il portale in stile gotico con influenze siculo-arabe, la cattedrale dell’XI secolo sintesi armonica di stili bizantino-ravennati romanici-normanni con suggestioni arabe.
I Convegnisti, infine, si sono calorosa-mente salutati con un arrivederci alla XXXVII Edizione del Premio che si terrà a Melfi il 22-24 settembre 2017.
Francesco Carone
Vi proponiamo di seguito il Video della Lectio Magistralis del Dott. Sabbione vincitore del Premio Internazionale Magna Grecia “Per il rigore scientifico, l’ammirevole tenacia e la saggia umiltà con cui ha illuminato la
conoscenza delle antiche terre di Calabria.
Di seguito alcuni scatti fotografici della meravigliosa tre giorni.
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