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Vasi e figure greche da scavo Ceramica da scavo dell’Italia del Sud Vetri da scavo del bacino mediterraneo Ceramiche dalla Cina e dal Sud America Bronzi da scavo

Vasi e figure greche da scavo
Ceramica da scavo dell’Italia del Sud
Vetri da scavo del bacino mediterraneo
Ceramiche dalla Cina e dal Sud America
Bronzi da scavo
 
 
 
Il museo milanese per il riconoscimento dell’autenticità nell’arte, oggi Museo d’Arte e Scienza, ha avuto in lascito circa 1000 oggetti da scavo appartenenti alla Fondazione Kurau-Matthaes: pezzi archeologici comprendenti vasi di terracotta e sculture che, dopo circa 30 anni di ricerca ed analisi, si sono rivelati autentici. 
Con decreto del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali del 5.5.1997 la collezione è stata dichiarata di eccezionale interesse storico e culturale. 
Nella sala 8 ed in altre sale è esposta una buona parte della collezione, con oggetti appartenenti alle principali culture antiche. Alcuni possono essere esaminati con lenti d’ingrandimento e altre semplici prove pratiche per verificarne l'autenticità.

 


 
La qualificazione del laboratorio scientifico del museo
e dei suoi metodi
per l’accertamento dell’autenticità

 
La valutazione e l’impiego di metodi scientifici sono influenzati da leggi ed usanze locali.

Base di giudizio: situazione in Italia (dove si trova il museo)

La più alta istituzione per la lotta contro le falsificazioni e le imitazioni è la Guardia di Finanza. Nel recente catalogo da essa pubblicato in giugno 2007 per la tutela e l’accertamento dell’autenticità nell’arte, il laboratorio scientifico del Museo d’Arte e Scienza viene presentato in modo esclusivo ed i metodi ivi applicati per la datazione di dipinti, mobili, oggetti in avorio ed altri sono ampiamente illustrati su sei pagine e dunque raccomandati.
Procedimenti giudiziari. Il valore probatorio del metodo di datazione spettroscopica è determinante agli effetti dell’esito di giudizi civili e penali volti all’accertamento dell’effettiva età di oggetti d’arte.
Il mercato dell’arte: la percentuale di oggetti non autentici presenti sul mercato è molto alta; di conseguenza una parte del mondo del commercio rifiuta per necessità economica i metodi scientifici.  Inoltre, nel caso di un accertamento dall'esito negativo, si propende spesso a sostenere che falso non è l’oggetto d’arte, ma il risultato scientifico o che il metodo è sconosciuto!!
L’amante dell’arte e l’investitore. Verranno offerte copie e falsi come originali finché il compratore non seguirà al momento dell’acquisto di un oggetto d’arte, le stesse consuetudini che adotta nel comprare altri “prodotti”, ponendo come condizione dell’acquisto una garanzia credibile dell’autenticità dell’oggetto. Non è realistico accontentarsi delle opinioni personali del solo esperto nell’epoca della tecnica e della scienza. Il mercato dell’arte diventerà quindi affidabile allorché l’appassionato d’arte diventerà un intenditore e, come già previsto dalla legge, esigerà un valido certificato.










Le seguenti indicazioni sono solo degli esempi. Informazioni esaurienti sono contenute nel terzo volume del nostro manuale illustrato. (vedi ultime pagine del sito)
 
L'accertamento visivo della provenienza archeologica
 
Ceramica da scavo greca ed italica

(1)
Le possibilità di esaminare gli oggetti per distinguere quelli archeologici da copie recenti sono per lo più di sorprendente semplicità ed accessibili anche ai meno preparati.
Gli oggetti in ceramica si sono conservati solo in quanto protetti dalla terra in cui sono rimasti sepolti per secoli. L’umidità del terreno ricco di minerali e residui organici ha permeato la massa ceramica lasciandovi delle tracce che rappresentano il mezzo più semplice ed efficace per stabilire l’autenticità.
La prima prova dovrebbe dunque consistere nell’inumidire una zona pulita della superficie ceramica con un dito o un pennello bagnato (1). Se l’oggetto è autentico, si sprigiona un odore simile a quello della terra dopo una pioggia estiva.
 
Un altro indizio è offerto dalle impronte delle radici pietrificate (2).
Le radici che aderiscono al corpo ceramico poroso rilasciano dei minerali sotto forma di incrostazioni cristalline. Un’incrostazione naturale si riconosce infatti dalla presenza di una sorta di ramificazioni dalla forma arrotondata corrispondenti alle radici decomposte o pietrificate (a).
Con una normale lente di ingrandimento (10x), di cui dovrebbe dotarsi chi compra oggetti antichi, si riconoscono chiaramente i solchi arrotondati. I falsari tentano di imitare queste tracce lasciate dalle radici con applicazioni sulla ceramica.
 
Le incrostazioni, se autentiche, sono una prova sufficiente per giudicare autentico un oggetto archeologico. Le incrostazioni hanno una composizione chimica prevalentemente a base di calcio (CaCO3) o di altri metalli dati dall’unione con l’acido carbonico. Esiste la possibilità di stabilire l’autenticità delle incrostazioni con una semplice prova: bastano poche gocce di acido cloridrico, presente spesso nelle case. Inizialmente si formano molte bolle che durano fino alla dissoluzione completa del materiale. Le incrostazioni false vengono eliminate per lo più con acqua calda e sapone, alcol o solventi organici. Ultimamente vengono utilizzate anche colle sintetiche insolubili. Un valido riscontro è fornito dall’analisi spettroscopica delle incrostazioni che può essere eseguita in pochi minuti da un laboratorio ben attrezzato.
(2)
(3)
Illuminate con un’angolazione specifica della luce, le superfici a vernice nera presentano spesso uno strato blu metallico che dopo molti secoli si deposita per processi catalitici nel terreno bagnato (3). Le incrostazioni causate dalle radici hanno impedito la formazione dello strato blu. Dopo lo scioglimento dei cristalli calcarei appaiono, come ombre, le diramazioni delle radici, fornendo una prova certa per l’autenticità dell’oggetto



(4)
I funghi di muffa carbonizzati, che si trovano ovunque nelle tombe, offrono una prova assolutamente certa di autenticità. Questi funghi si diramano a raggiera in maniera irregolare (4). Nel corso dei secoli un microrganismo (Micrococcus Carbo) trasforma in carbone la materia di cui è composto il fungo.
Sotto la lente d’ingrandimento mostrano una massa di tipo cristallino, contrariamente alle macchie nere false,  che i falsari creano molto spesso spruzzando vernice nera. Queste appaiono sotto la lente d’ingrandimento come punti rotondi dalla superficie liscia. Non avrebbe senso spruzzare un pezzo autentico con vernice e quindi la presenza di queste macchie artificiali classifica l’oggetto come falso.






(5)
Un’ulteriore testimonianza di autenticità si trova osservando l’interno di un recipiente rimasto a lungo pieno d’acqua o di fango nel sottosuolo. Dovrebbero essere visibili i segni dei diversi livelli raggiunti dall’acqua (5).
Generalmente i vasi falsi vengono ricoperti all’interno con uno strato omogeneo monocolore di colla mescolata a terra marrone o cemento 
(6).
(6)
Non tutti i reperti archeologici autentici di antiche culture presentano segni di invecchiamento ben visibili. Nei terreni secchi del Sud-America, dell’Italia meridionale o della Cina possono formarsi incrostazioni che si riescono a individuare solo facendo uso di un buon microscopio. Gli antichi oggetti in ceramica ritrovati sul fondo del mare non sono coperti dai cristalli del terreno, ma solo dai resti fossili di animali marini.




(9)
Falsi
 
I falsi oggetti da scavo o le copie ottocentesche in ceramica si tradiscono anche perché in genere sono più grandi e più belli degli originali.
Come esempio di falso è indicativa l’urna di un bel giovane etrusco, il cui aspetto forte e robusto appare come una raffigurazione idealizzata.


(7)
Restauri
 
La quasi totalità degli oggetti in terracotta esposti in musei e collezioni sono frammenti ricomposti e restauratiI contorni smussati delle zone rotte offrono un altro indizio sicuro per l’autenticità (7), mentre i bordi taglienti delle fessure indicano danni recenti (8).
(8)

E’ bene sospettare di oggetti di dimensioni particolarmente grandi, riccamente decorati e in perfetto stato di conservazione. Raramente questi oggetti provengono da una tomba. Semplici fiaschette erano invece prodotte in serie in fabbriche bene organizzate e venivano poste in gran numero nei sepolcri.
I più abili imitatori di vetri antichi si trovano nel Medio Oriente, soprattutto in Israele, Siria e Giordania. Ma l’impegno di questi artigiani non arriva al punto da riprodurre meticolosamente i segni dell’età provocati dall’usura, dalla corrosione e dai sedimenti che, se osservati al microscopio da una persona veramente competente, rivelano comunque la loro natura.



Ceramica da scavo cinese
 

Il suolo di gran parte della Cina abitata è costituito da un terreno permeabile chiamato “lös”, che crea poche incrostazioni minerali. Ciononostante le sculture autentiche possiedono in genere caratteristiche tali da permettere, almeno al microscopio, una distinzione certa tra recente e antico.

 
(10)
Nella fertile terra “lös” vivono molti insetti e vermi che con il passare del tempo lasciano tracce pietrificate. (10 - 12)
Tracce visibili del terreno umido, non apprezzabili su superfici sovradipinte e invetriate, si devono invece riscontrare nelle zone porose e scoperte della ceramica, come sul viso e all’interno della scultura (11).
(11)
  

 

(12)
I cavalieri (13) sono tra gli oggetti preferiti e circa l’80 percento di quelli dichiarati autentici sono in realtà dei falsi. Ma anche le statuine autentiche sono in gran parte composte da cocci ricomposti.

(13)


Del resto i reperti archeologici di tutto il mondo presentano caratteristiche analoghe e per il loro riconoscimento valgono gli stessi criteri indicati per la ceramica da scavo del bacino mediterraneo e comunque la presenza di resti di radici pietrificate rimane la prova più sicura dell’autenticità.




 
Ceramica da scavo pre-colombiana

 
 

(14)
Presso alcune culture la ceramica viene dipinta con colori lisci e brillanti, secondo il gusto europeo. A prima vista i colori acrilici moderni sembrano raggiungere lo stesso effetto ottico. Riscaldando però una zona poco visibile con una pistola ad aria calda o una fiamma a gas si nota subito la differenza: a ca. 300° i colori acrilici formano bolle d’aria o diventano scuri.  Inoltre la vernice acrilica si scioglie lentamente nell’alcol. Se si lascia un batuffolo di cotone imbevuto in alcol per circa un’ora sul colore, la vernice si stacca e può essere tirata via (14).
I colori autentici cotti insieme al vaso non subiscono invece alterazioni.
La formazione di radici su oggetti non dipinti, nonché i depositi sulla superficie sono simili a quelli degli oggetti da scavo europei.


Antichi vetri da scavo
 

(15)
Anche nell’antichità i vetri servivano da contenitori per alimenti e bevande. I residui carbonizzati di queste materie organiche sono molto spesso visibili attraverso le pareti trasparenti del vetro. Tali macchie, che vanno dal marrone al nero, formano validi indizi per stabilire l’autenticità. 
E’ comunque importante controllare il loro posizionamento che logicamente deve corrispondere alla posizione, orizzontale o obliqua, del contenitore nella tomba.
La ceramica e soprattutto la terracotta sono materiali porosi che assorbono grandi quantità di acqua del terreno con i minerali in essa contenuti. Il vetro invece possiede una superficie impermeabile nella quale i minerali penetrano molto lentamente ed in quantità ridotte, formando dei sottili strati.
Questo tipo di incrostazioni del vetro che, col tempo, si staccano in forma di scaglie sottilissime alla minima vibrazione, accumulandosi sul fondo del recipiente, sono una caratteristica assolutamente probante e inimitabile di autenticità 
(16).


(16)
Particolarmente pregiati sono i vetri antichi con superfici iridescenti (17)Per imitare questa iridescenza del vetro si ricorre anche ad una gelatina ricavata da ossa di animali o lische di pesce, alla quale viene mescolata una polvere iridescente. Ma basta una goccia d’acqua calda per scioglierla.
(17)
 





Bronzi da scavo

Pochi tra gli antichi bronzi greci ed italiani in vendita sul mercato antiquario sono autentici. Distinguere il vero dal falso è relativamente semplice qualora siano rimaste integre la patina e la corrosione originali del metallo.
Si può affermare con certezza che tutti gli oggetti in bronzo di più di mille anni sono giunti fino ai giorni nostri poiché erano sepolti nel terreno, che ha lasciato sulla loro superficie segni caratteristici e non falsificabili.
(18)
(18)
Lamine sottili si sono conservate così a lungo soltanto in casi eccezionali.
La figura 
(19) mostra, accanto ad una fibbia etrusca, il coperchio di un contenitore i cui bordi poco spessi sono stati disciolti dagli acidi presenti nel terreno.
(19)
(20)Una patina artificiale può essere stata prodotta per mezzo di un bagno chimico o immergendo l'oggetto in una vernice colorata. In entrambi i casi si ottiene solo uno strato sottile e monocromatico, una volta eliminato il quale, riappare il nudo metallo senza corrosioni (20).
(21)I falsari di oggi sono maestri nel riprodurre una patina che a prima vista sembra proprio autentica (21-22)
(22)







Accertamento scientifico
Il laboratorio del Museo, al servizio dell’arte

Il laboratorio del Museo ha lo scopo di perfezionare i metodi scientifici già esistenti e di elaborare nuovi metodi per l'accertamento dell'autenticità. Gli strumenti ed il knowhow del laboratorio sono inoltre a disposizione di collezionisti, esperti d’arte, restauratori e musei. (Il personale del laboratorio, che parla le principali lingue europee, è a disposizione per chiarimenti).
Tutti gli oggetti da scavo in ceramica o in metallo sono rimasti per centinaia d’anni a stretto contatto con la terra umida. Nel terreno sono presenti acidi e minerali sciolti che attaccano chimicamente la superficie dell’oggetto formandovi incrostazioni cristalline, tipiche e non falsificabili. La presenza di questi cristalli viene evidenziata in modo semplice e preciso nelle curve spettroscopiche e riconosciuta chiaramente dagli esperti.
L’accertamento spettroscopico rende assolutamente sicura l’autenticità dell’oggetto (vedi www.spectroscopyforart.com).
Una volta accertata scientificamente l’autenticità, l’età viene fornita da un esame stilistico.
 


Prove spettrografiche su incrostazioni di Ceramiche e Bronzi

  
-Analisi spettroscopica su incrostazioni di ceramica da scavo.
 
(a)- Incrostazioni siliciche autentiche
 
(b)- Incrostazioni false con colla sintetica e terra

  
-Analisi spettroscopica su incrostazioni di 
bronzi da scavo.
 
(c)- Incrostazioni autentiche composte da cuprite e malachite (prodotti di corrosione del bronzo)
 
(d)- Incrostazioni false composte da colla e colori








Il valore dell’expertise nel campo dell’arte nell’era scientifica
Il giudizio di un grande esperto o di una famosa casa d’aste, a volte, ha il potere magico di elevare il valore commerciale di un oggetto anche di mille volte. Così un bel mobile, un dipinto o una maschera africana possono costare 1.000 o 1.000.000 di euro. Queste valutazioni sconcertanti sul mercato internazionale sono in aumento.Ciò sarebbe plausibile se l’expertise fosse basata su dati comprensibili e verificabili. Invece non sempre è così.
€ 4.500  
Autentico
 
€ 5.000.000Asta 18 Giugno 2006

Nel corso dei secoli si è accumulata in tutto il mondo presso famiglie facoltose e musei una 
quantità inimmaginabile di preziosi tesori artistici. Il loro valore commerciale e storico-artistico è incalcolabile. Tuttavia generalmente si ritiene che più della metà delle opere non sia autentica. Il giudizio, in mancanza di metodi scientifici, era basato prevalentemente sull’opinione di esperti.Un’applicazione critica di nuovi e precisi metodi per l’accertamento dell’autenticità su questo immenso patrimonio culturale, senza il consenso dei curatori, non è pensabile né auspicabile.
D'altra parte il mercato dell’arte non può più evitare che, nell’era di continua crescita di Internet e di altri mezzi d’informazione che in tutto il mondo entrano nelle case di collezionisti ed investitori, le affermazioni non vere riguardanti i metodi tecnici di accertamento vengano chiaramente identificate e giudicate come tali.
Certamente il settore dell’arte, discreditando l’accertamento scientifico, danneggia anche sé stesso; ne consegue che compratori e investitori siano sempre più propensi a fare i loro acquisti presso grandi e relativamente affidabili case d’aste. La tendenza è generalmente la stessa in ogni campo e i piccoli commercianti devono chiudere. 
Ma proprio il campo dell’arte può rappresentare un’eccezione.

I galleristi e i commercianti hanno, infatti, già oggi la possibilità di perfezionare le loro expertise con accertamenti scientifici esatti, offrendo così una garanzia più credibile per acquisti più sicuri ed equi anche rispetto alle grandi case d’aste. 
Si tratta di cambiare, oltre alle garanzie, il punto di vista e di guardare all’accertamento scientifico come uno strumento utile e vantaggioso e non più come un ostacolo od una minaccia.
Un valido metodo esiste già, la Spettroscopia IR, da decenni il metodo analitico più usato nell’industria chimica ed in laboratori scientifici di ricerca.



Per ulteriori informazioni sul metodo consultare il nostro sito
www.SpectroscopyforArt.com

 






Altri metodi scientifici

Il metodo della termoluminescenza
per l’accertamento dell’autenticità di oggetti da scavo
Il metodo della termoluminescenza viene applicato in tutto il mondo e con successo da alcune decine d’anni.
Esiste un’ampia bibliografia sia su libri che in internet sui vantaggi e i limiti di questo metodo. Grazie alla termoluminescenza è possibile distinguere con sufficiente precisione oggetti da scavo autentici da falsi di fabbricazione recente.

Il metodo si basa sul seguente principio: alcuni cristalli contenuti nel sottosuolo sono radioattivi e le radiazioni da essi emanate vengono assorbite da specifici cristalli, soprattutto quelli del quarzo, contenuti nella terracotta degli oggetti sotterrati. La quantità delle radiazioni assorbite dipende principalmente dal tempo di giacenza nel sottosuolo e può essere misurata.
Questa caratteristica molto positiva fu tuttavia messa in dubbio sin dalla scoperta del metodo per la seguente ragione: i falsari potrebbero irradiare artificialmente importanti oggetti in ceramica nuovi ed ingannare così gli strumenti di misurazione.
Produrre falsi servendosi di metodi scientifici richiede un’alta preparazione sulla materia ed una costosa strumentazione, cosicché fino ad ora è stato possibile individuare con una certa facilità simili irradiazioni artificiali. E’ comunque una questione di tempo, fino a quando cioè il metodo di irradiazione artificiale non sarà maturo per una produzione su larga scala.
A partire da quel momento, per ottenere risultati attendibili, sarà necessario affiancare alle misurazioni con la termoluminescenza ulteriori esami.

Questa certezza è offerta dall’esame delle incrostazioni di cui generalmente è coperta la superficie ceramica, un metodo già in uso a livello ottico da quando esiste l’archeologia. Oggi è possibile eseguire con facilità questo esame per mezzo della spettrografia che è in grado di distinguere con grande sicurezza le incrostazioni prodotte artificialmente con cemento, terra e colla dagli autentici sali minerali che si sono formati durante i secoli di permanenza nel terreno.







Ulteriori possibilità di riconoscimento di falsi oggetti archeologici sono contenute nel terzo volume del Manuale Illustrato del Collezionista d’Arte (35 pagine con 112 fotografie a colori).


Alcune pagine tratte dal manuale Vol. III:

Soggetto: BRONZI DA SCAVO
Pagine totali: 8 Illustrazioni: 20 - Capitolo Incrostazioni autentiche


Soggetto: VETRI DA SCAVO
Pagine totali: 4  Illustrazioni: 9 -  Capitolo Vetri del Mediterraneo


Soggetto: CERAMICA DA SCAVO
Pagine totali del soggetto: 28  Illustrazioni: 83 -    Capitolo 
Restauri 



 Soggetto: CERAMICA DA SCAVO
Pagine totali del soggetto: 28  Illustrazioni: 83 -    Capitolo Ceramica da scavo cinese



Soggetto: CERAMICA DA SCAVO
Pagine totali del soggetto: 28  Illustrazioni: 83 -  Capitolo  
Ceramica Khmer
           Il Manuale Illustrato del Collezionista d'Arte





http://www.salvatoregemelli.com



 
ICONE  E
DIPINTI
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ANTICHI
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