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Descrizione

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Questo itinerario porta nel cuore della Locride, a Locri, da cui prende appunto il nome, e a Gerace, due località molto importanti dal punto di vista storico e artistico. Dalla Statale 106 all’interno dell’abitato di Locri si trova il bivio per Gerace, di cui se ne consiglia la visita al mattino. Gerace, inserito nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”, è forse il centro storico più interessante di tutta la Calabria, risale al X secolo ed ha mantenuto l' originaria struttura bizantina
Una visita guidata porterà ad ammirare l’imponente Cattedrale dell’XI secolo con il relativo Museo Diocesano che custodisce il prezioso arazzo seicentesco di Leyniers ed altre importanti chiese medievali e bizantine, palazzi nobiliari ed il castello. Gerace sorge su una rocca in tufo, in posizione dominante rispetto a tutto la costa sottostante, il centro storico offre quindi scorci suggestivi e molto panoramici, specie verso il mare. Dopo la pausa pranzo con la degustazione dei piatti tipici calabresi in uno dei tanti e caratteristici agriturismi della zona, si propone la visita della vastissima area archeologica nota in tutto il mondo dell’antica Locri Epizephiri, che si trova in contrada Portigliola, qualche chilometro dall’odierno centro di Locri. Il parco archeologico racchiude significative testimonianze relative alla città coloniale greca ed al centro di età romana: i resti dell’abitato Centocamere, del teatro, del Tempio di Marasà, del santuario di DemetraThesmophoros, tratti delle mura di cinta di età greca ed il complesso termale oggi noto come Complesso museale Casino Macrì. Il Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, che si trova ai confini dell'area sacra di Marasà è ricchissimo di importanti reperti. Percorrendo la strada statale 106 in direzione Reggio Calabria si transiterà da Bianco, sede di aziende vitivinicole di produzione del vino Greco di Bianco DOC, dove si avrà la possibilità di degustare questo vino passito pregiato da dessert, frutto di una particolare e delicata tecnologia di vinificazione e tradizione della zona.

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proverbi calabresi

A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I  PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2.        A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI  LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3.        A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4.        A CASA ‘I FORGIARU,  SPITU  ‘I  LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5.       ‘ A CCHIU BRUTTA È  ‘A  CUDA  ‘U  SI  SCORCIA. La più brutta da scorticare è la coda. La parte conclusiva

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