STORIA DELLA LOCRIDE
La Magna Grecia
La Locride è stata abitata fin dall'epoca preistorica. Testimonianze degli inizi dell'età del ferro sono le necropoli di Roccella Jonica, Santo Stefano di Grotteria e Locri.
Popoli di stirpe indoeuropea raggiunsero la Calabria e si fusero con gli indigeni dando vita al popolo Italico.
Nel IX sec. a.C. gli Italici insediatisi in Calabria si dividono in Enotri ed Ausoni. Gli Enotri sono distribuiti lungo tutto il versante jonico, oltre che sulla maggior parte del territorio, mentre gli Ausoni si trovano sul versante tirrenico. I primi veri contatti con la civiltà Micenea, da parte di questi popoli, avviene intorno al XII sec a.C. ma, sappiamo che i Micenei si limitarono solamente ad effettuare scambi commerciali senza creare quindi stabili stanziamenti.
Nel IX sec. a.C. gli Italici insediatisi in Calabria si dividono in Enotri ed Ausoni. Gli Enotri sono distribuiti lungo tutto il versante jonico, oltre che sulla maggior parte del territorio, mentre gli Ausoni si trovano sul versante tirrenico. I primi veri contatti con la civiltà Micenea, da parte di questi popoli, avviene intorno al XII sec a.C. ma, sappiamo che i Micenei si limitarono solamente ad effettuare scambi commerciali senza creare quindi stabili stanziamenti.
Nel VI sec. a.c. la regione prese il nome Italia (da Vitullia, terra dei vitelli) che si estese prima al sud Italia e poi all'intera penisola.
La fine della protostoria si avvia con le prime colonizzazioni elleniche fra l'VIII ed il VII secolo a.C. I Greci sbarcarono in massa sulle coste e fondarono un insieme di colonie che divennero ben presto ricche e potenti, tanto da meritare l'appellativo di Magna Grecia (dal greco Megale Hellas che significa Grande Grecia).
Taranto, Cuma, Metaponto, Sibari, Crotone, Locri, Reggio, Paestum e Napolisono i principali centri di questa grande area colonizzata dove fiorirono i commerci, l'agricoltura e l'artigianato. La filosofia, la letteratura e l'arte del mondo greco determinarono la nascita di raffinate espressioni artistiche e culturali. Tali complesse relazioni legano profondamente le colonie alla Grecia in un rapporto fra città di pari dignità culturale.
Molteplici sono le cause che spingono i Grecialla colonizzazione: i grandi cambiamenti provocati dal crollo della civiltà micenea in seguito all'invasione dei Dori e di altre popolazioni, l'incremento demografico nelle città di provenienza, i contrasti fra fazioni diverse, l'attività piratesca e lo sviluppo commerciale.
I colonizzatori si integrarono, fondendosi perfettamente con gli abitanti del luogo, dando origine ad una popolazione di lingua e cultura greca sicuramente più evoluta per grado di civiltà di quella indigena dell'età del Ferro.
Lo sviluppo architettonico delle colonie riprende i modelli della madrepatria i quali vengono adattati alle condizioni e alle esigenze locali (utilizzando, per esempio, il calcare locale e non il marmo come in Grecia), differenziandosi abbastanza da quelli greci, ma diventando comunque caposaldo di quella cultura che si svilupperà nell'intero bacino del Mediterraneo.
Ovunque si assiste al fiorire della civiltà e del benessere economico; si sviluppa una particolare organizzazione sociale e politica e una legislazione che già nel 700 a.C. proprio a LOCRI , risulta scritta, ed è forse la più antica d'Europa.
Questo sviluppo si arrestò verso il 400 a.C., quando da sud i Siracusani dalla Sicilia iniziarono una politica espansionistica, e dal nord dell'attuale Calabria i Bruzi iniziarono a contrastare efficacemente l'espandersi delle città costiere. Furono questi a stabilire il loro centro a Cosenza. Con gli uomini delle armate di Pirro e di Annibale (216 a.C.) la regione fu stravolta demograficamente ed etnicamente. Un'altra assimilazione avvenne quando intervennero le dominazioni Romane. Le città esistenti furono trasformate in colonie di Roma e persero la loro autonomia locale; alcune rimasero nella storia con il loro antico nome ma altre scomparvero dalla memoria e dalle carte.
La colonia più meridionale della costa ionica è Locri Epizephiri, i cui coloni provengono da una delle due Locridi. Non è stato stabilito con esattezza se fossero stati i Locresi Ozoli (occidentali) od Opunzi (orientali). I coloni scelsero una zona abitata da indigeni con i quali non avrebbero avuto scontri, ma, secondo la tradizione, i patti non vennero rispettati ed i Locresi scacciarono gli autoctoni. È incerta anche la loro origine: sembrerebbero, comunque, discendere da schiavi fuggitivi.
Locri fu fondata verso il 675 a.C. I Locresi si stabilirono nei primi tempi sul Capo Zefirio (Capo Bruzzano) e successivamente si trasferirono più a nord, forse per l'insufficienza di terre coltivabili; dal primo stanziamento i Locresi presero il nome di Epizephiri.
Sul versante tirrenico i Locresi possedevano Metauro e Medma (presso Rosarno; il nome Medma si conserva nel fiume Mesima). Fondarono Hipponion (l'odierna Vibo Valentia), spingendo la loro influenza fino a Terina e Temesa; sulla costa jonica il confine a nord fu segnato dal fiume Sagra (dovrebbe essere uno tra gli odierni Torbido, Amusa o Allaro) ma nel V sec. a.C. i Locresi s'impadronirono di Caulonia e Scylletion (Squillace) possedute da Crotone.
La locride raggiunse ben presto un grado notevole di prosperità economica e di sviluppo politico e civile.
L'agricoltura, l'allevamento, il commercio e l'artigianato si affermarono rapidamente grazie all'intraprendenza dei locresi. Testimonianza di questa floridezza sono le monete coniate a Locri e nelle altre città della Magna Grecia. La Magna Grecia aveva, tuttavia, ereditato dai Greci la mancanza di coesione, il particolarismo politico che determinò nei periodi successivi una serie di aspri conflitti. Sibari, alleata con Crotone e Metaponto, si spinse sino a Siri, sul golfo di Taranto (530 a.C.). Crotone, in guerra con Locri (520 a.C.) subì una dura sconfitta sul fiume Sagra, ma si riprese grazie agli ordinamenti aristocratici imposti da Pitagora e affronta Sibari distruggendola (510 a.C.); sulle rovine di Sibari, sotto gli auspici di Pericle di Atene, fu successivamente fondata la colonia panellenica di Turì. Reggio intanto, sotto la tirannide di Anassilao, di origine messenica (494/476 a.C.), attraversava uno dei momenti migliori della sua storia; Anassilao chiamò in Italia i compatrioti Messeni i quali s'impadronirono di Zancle cambiandole il nome in Messene (Messina); ma il tentativo di Reggio di espandersi verso il territorio di Locri indusse i Locresi ad allearsi con Dionisio I di Siracusa, nel periodo in cui Atene preparava l'infelice spedizione contro Siracusa (415 a.C.).
Kaulonia, viene anch'essa colonizzata dai Greci nell'area dell'attuale Monasterace Marina intorno al VII sec. a.c. Si allea con Crotone contro i Locresi ma viene sconfitta. Nel 388 a.c. Dionisio I, tiranno di Siracusa, dopo un lungo assedio la distrugge. Dopo la ricostruzione diventa preda di Annibale durante la seconda guerra punica e di lì a poco passa ai romani.
Gli scavi archeologici degli ultimi secoli hanno riportato alla luce splendidi monumenti, vanto delle antiche colonie greche, che appaiono ancora vivi e armoniosi.
La Locride di oggi è, senza dubbio, figlia di quella Magna Grecia non solo perché è totalmente impregnata di tracce e reperti storici che, ancora oggi, vengono ritrovati, ma anche perché costumi, tradizioni, dialetti e suoni, ci riportano costantemente alle origini. Conoscere a fondo il proprio passato è pertanto necessario per comprendere il significato nascosto dei nostri atteggiamenti e per affrontare il futuro con l'orgoglio e la consapevolezza di avere una storia grande e antica.
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