Magna Grecia in Calabria fra storia e leggenda
11 novembre 2011 di Riviera di Nausicaa
La prima Italia
“Secondo i dotti un certo Italòs diventò re degli Enotri e da lui prese la denominazione di Italia tutta quella penisola d’Europa compresa tra i golfi Scilletino e Lametico, che distano fra loro mezza giornata di viaggio. Dicono pure che questo Italòs fece contadini gli Enotri che erano nomadi e dette loro altre leggi” Con queste parole Aristotele tramanda l’origine della denominazione di Italia. La prima “Italia” è dunque quella parte estrema e stretta della Penisola chiusa a nord dall’Istmo fra i golfi di Squillace e di S. Eufemia. In questa fascia di terra è possibile, attraverso la navigazione di due fiumi, il Corace e l’Amato, passare dal Mar Jonio al Mar Tirreno. La prima “Italia” rappresenta, dunque, il luogo dove Oriente e Occidente si incontrano attraverso un ponte di terra, aperto sullo Jonio alle rotte dell’Egeo e sul Tirreno alla navigazione verso i mari di Occidente, fino ai confini del mondo conosciuto.
La tradizione mitica: Ulisse nei mari d’Occidente
Le origini delle città della Magna Grecia in terra calabra
affondano le loro radici nel cuore stesso della tradizione mitica. Dei ed eroi intervengono nella loro fondazione, guidano il cammino dei guerrieri nelle rotte del Mediterraneo. Il linguaggio del mito racconta il lento cammino dell’uomo verso la conoscenza geografica di nuove terre e di nuovi popoli. Primo fra tutti fu l’epòs di Omero a dare forma poetica alle esplorazioni degli Elleni nel Mediterraneo Occidentale e già nel primo canto dell’Odissea di può leggere il nome di una città greca di Calabria: Temesa. Ancora nell’Odissea, nei racconti di Ulisse alla corte di Alcinoo, re dei Feaci, si possono ripercorrere le tappe di una geografia mitica della Calabria, anzi, secondo alcune interpretazioni, la reggia stessa di Alcinoo era situata nell’Istmo compreso fra i fiumi Amato e Corace, su quei lidi dove Ulisse naufragò per poi ripartire alla volta di Itaca.
A seguire il filo di questa colonizzazione leggendaria sulle coste calabresi, fanno guida i nostoi, ovvero i ritorni, racconti e poemi delle avventure vissute nei mari da eroi greci e troiani dopo la caduta di Troia alla ricerca di un approdo, di una nuova terra.
A Temesa approdarono i discendenti di Naubalo; Menesteo, compagno di Ulisse, si fermò alla foce del Corace e fondò Skylletion. L”Iliade, l’Odissea, i viaggi degli Argonauti, la leggenda di Giasone fanno ripercorrere le tappe della storia stessa dell’umanità e aiutano ad identificare gli elementi di una verità storica che ogni mito nasconde. Leggere fra le righe di queste leggende significa scoprire che molta di questa storia si è svolta nei mari calabresi, in quelle città che faticosamente gli archeologi stanno riportando alla luce.
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