La devozione alla Madonna della Grotta è ancora molto forte in tutta la provincia di Reggio Calabria, devozione che spinge migliaia di fedeli a rinnovare ogni anno il tradizionale rito del pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile di Ardore…
Siamo nella frazione Bombile di Ardore, piccolo comune di circa 5.000 anime sul versante Ionico della provincia di Reggio Calabria nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, nel territorio conosciuto anche come Costa dei gelsomini. Qui ogni anno durante i primi giorni di Maggio si ripete il ritodel Pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile.
C’è da dire che il Santuario della Madonna della Grotta di Bombile è uno dei luoghi di culto più famosi della Locride, meta di pellegrinaggio per migliaia di devoti che qui giungono da tutta la provincia di Reggio Calabria.
Avviene allora che ogni anno nel tardo pomeriggio del 30 Aprile gruppi di fedeli partano dalle rispettive cittadine per giungere all’alba dell’1 Maggio al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile per ripetere il rito del bacio alla Madonna.
E’ proprio vero, da un pellegrinaggio non si ritorna mai uguali e, per rendere l’idea, stiamo parlando di una particolare pratica che riveste ancora oggi un ruolo centrale nella religiosità locale, pratica che si traduce in un’esperienza di eccezionale intensità.
Si tratta di un viaggio fisico e concettuale dove si concentrano complesse dinamiche culturali, economiche, votive, aspetti naturalistici e storico-artistici, così come l’evidente intreccio tra culto ufficiale e quello popolare.
C’è proprio tutto: il coinvolgimento psico-fisico, presenza di canti e musiche, ex-voto, aspetti simbolici come la presenza dell’acqua (usata per i suoi fini purificatori e terapeutici) e delle pietre (usate come amuleti) e addirittura dell’incubatio, rito che consiste nel dormire per terra nel luogo di culto (usanza di origine romana legata al culto di Esculapio che appariva in sogno ai malati profetizzando la loro guarigione) e la leggenda di fondazione…
La leggenda di fondazione del Santuario della Madonna della Grotta di Bombile
Si sa, l’edificazione dei Santuari consegue sempre da un accadimento fondante, da un evento straordinario, mitico e spesso miracoloso, che determina la scelta del luogo per il costituirsi dello spazio sacro.
In verità sono numerose le storie e le leggende che conferiscono fascino e mistero al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile.
Come ricorda Giovanni Musolino nel suo Santi eremiti Italogreci. Grotte e Chiese rupestri in Calabria, alcuni storici ritengono che in origine la chiesetta di Bombile fosse la cella di un eremita per lentamente trasformarsi in Chiesa latina. La leggenda di fondazione narra di un mercante che travolto da una straordinaria tempesta marina implorò la salvezza alla Regina del Mare promettendole come voto una statua.
La leggenda vuole che l’evento miracoloso avvenisse e il mercante, il suo equipaggio e la mercanzia riuscirono clamorosamente a superare la tempesta. Subito il mercante incaricò un artista che però non riusciva a completare l’opera perché colpito da una malattia incurabile.
Di seguito, quando l’artista cercò di spiegare l’accaduto al mercante, la statua era già miracolosamente finita e di una bellezza disarmante. Così la statua della Madonna fu posta sull’imbarcazione per intraprendere il viaggio. I venti, però, ri-portarono la statua sulle coste di Ardore.
Qui fu adagiata su un carro di buoi che attraversò le campagne inerpicandosi tra le rocce scegliendo una grotta come luogo sacro dove depositare la meravigliosa statua, al suo arrivo l’acqua scaturì da quelle rocce. Da allora Bombile di Ardore divenne luogo pellegrinaggio con la conseguente edificazione in un Santuario scavato nella roccia tufacea.
Una diversa declinazione della leggenda narra che la statua fu scolpita da mani angeliche che tramutarono un modello in gesso solo abbozzato dallo scultore in marmo d’alabastro.
Il culto della Madonna della Grotta di Bombile
Per essere più precisi gli storici dell’arte attribuiscono questa sconvolgente statua dalle fattezze sovraumane ad Antonello Gagini (1478 – 1536), o comunque alla sua scuola, scultore e architetto rinascimentale che operò soprattutto in Sicilia e in Calabria.
E stiamo parlando di una scultura di assoluto pregio artistico, un capolavoro, il cui basamento reca la scritta S. M. DELLA GRUCTA MCCCCCVIII testimoniando che il 1508 potrebbe essere l’anno di nascita del culto della Madonna della Grotta di Bombile.
Da allora il culto della Madonna della Grotta subì un periodo d’interruzione di circa due secoli e per via della soppressione di alcuni Conventi e Monasteri per opera di Papa Innocenzo X che, nel 1652 con la bolla Instaurandae regularis disciplinae, rendeva noti i conventi destinati alla chiusura, sopprimendo i conventi che ospitavano meno di sei monaci.
La devozione riprende nel 1860 per opera del parroco Domenico Morabito mentre, nel 1927, il Vescovo Giovanni Battista Chiappe incorona la Madonna a seguito del furto delle antiche corone.
E ancora, il 28 maggio 2004 alle ore 12,30 circa, a seguito di una frana, si stacca una porzione della parete di tufo della montagna e il Santuario fu sepolto, tuttavia la statua della Madonna della Grotta rimase miracolosamente illesa.
Oggi la statua della Madonna della Grotta di Bombile di Ardore si trova nella Chiesa dello Spirito Santo, diventando il nuovo luogo sacro e meta dell’attuale pellegrinaggio.
Il Santuario della Madonna della Grotta di Bombile era dunque una piccola Chiesa interamente costruita dentro una grotta, scavata nel 1507 da Fra Jacopo da Tropea che qui si dedicò a vita eremitica. La Chiesa fu consacrata nel 1625.
Il portale d’ingresso della chiesa era costituito da due splendide colonne corinzie con capitello scolpito in pietra di tufo. All’interno della Chiesa era collocata una statua della Madonna con Bambino posta su un altare del XVI secolo.
La campana, invece, era incastonata sulla roccia e priva di battacchio perché era fatta suonare con pietre o con monete lanciate dai devoti, devoti guidati dalla credenza che il suono della campana avrebbe assicurato il loro ritorno negli anni successivi.
Il pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile
O vui divoti, chi assu locu jiti, serviti di cosi ssa Gran Matri Santa.
D’oru e d’argentu li lampi teniti, l’ogliu e la cira vui nu la pensati.
O gran Vergini e Grandi Maiestati, gioia der paradisu vui cca siti, Madonna di la Grutta vi chiamati.
Avvucatu di Bombili ca vui siti, nui vi prigamu mu ndi difenditi e ‘n paradisu pe mma ndi levati.
In realtà possono essere molteplici le motivazioni che spingono al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile come meta devozionale. La mia motivazione è stata un invito ricevuto da Pedro (un amico di Catanzaro) e dagli amici di Cittanova, cittadina che si trova ai piedi dell’Aspromonte e che domina la piana di Gioia Tauro.
E allora da Cittanova, attraversando sentieri di montagna e fiumare, si giunge a Bombile all’alba dell’1 Maggio per mezzo di un tragitto di oltre 30 Km che attraversa parte l’altopiano dell’Aspromonte. Tragitto caratterizzato da soste rituali, bivacchi all’aperto, dal passaggio dal caratteristico borgo di Antonimina e poi ancora sentieri e strade di montagna.
Per l’esattezza l’invito si è tradotto in una sorta di dipendenza che mi ha portato a ripetere l’impresa del Pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile per ben 3 volte, e un anno addirittura anche con la pioggia. Anche perché portare a termine questo pellegrinaggio è un’impresa, e molti si ritirano prima dell’arrivo.
Così, partenza da Cittanova alle 16…
Da fare almeno una volta nella vita
Si sa, un pellegrinaggio (dal latino peregrinus cioè straniero) è un viaggio compiuto a volte per devozione, altre per penitenza, altre ancora per ricerca spirituale o anche semplice curiosità dell’incamminarsi verso un luogo considerato sacro, magari alla ricerca di una dimensione più umana e religiosa.
Il coinvolgimento e lo sforzo psico-fisico sono spesso portati all’estremo e diventa anche l’occasione rituale per superare quel costante conflitto interiore tra il desiderio di mollare e l’ambizione di raggiungere la meta.
E già, è proprio vero, da un pellegrinaggio non si ritorna mai uguali. Il percorso, il viaggio, l’incamminarsi verso il luogo di culto… insomma, e detto altrimenti, il Pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile di Ardore è una di quelle esperienze virtuose da fare almeno una volta nella vita.
Minuti di lettura
RispondiElimina