Passa ai contenuti principali

ISOLA CAPO RIZZUTO, UN TESORO TRA ARTE E STORIA

Explore Travel Note
ISOLA CAPO RIZZUTO-CALABRIA
CAMPER ROAD TRIP DISCOVER ITALIA

ISOLA CAPO RIZZUTO, UN TESORO TRA ARTE E STORIA

ISOLA CAPO RIZZUTO, UN TESORO TRA ARTE E STORIA
Con le belle giornate aumentano le occasioni di organizzare dei weekend fuori porta, molte sono le località italiane che offrono paesaggi suggestivi e da sogno, in cui poter trascorrere delle giornate rilassanti e a contatto con la natura, accompagnate anche da un tuffo nell’arte e nella storia.
Così questo mese, siamo partiti alla scoperta della Calabria, una terra selvaggia, ricca di tradizioni, profumi mediterranei e un mare cristallino.
la nostra meta è stata Isola Capo Rizzuto, un piccolo tesoro immerso nel verde e circondato dal blu intenso dello Jonio!

Isola Capo Rizzuto tra Leggende e Fonti Storiche

La leggenda racconta che Astiochena, una delle sorelle del re troiano Priamo, volle fondare Capo Rizzuto accanto al tempio dedicato a Hera la regina degli dei e moglie di Zeus.
Nonostante il suo nome, Capo Rizzuto non è un’isola, ma un lungo promontorio in provincia di Crotone, che dalle pendici della Sila si estende fino alla costa jonica. L’origine dell’attributo di isola sono incerte, secondo leggende tramandate dagli abitanti del posto, anticamente la costa ospitava delle isole ora sommerse, ma secondo altre fonti, propriamente storiche, il nome Isola ha un’altra origine, infatti sappiamo che papa Leone VI rese Capo Rizzuto una sede vescovile, la cittadina da quel momento fu indicata nei documenti bizantini con il nome greco “Άσυλον”, che significa “luogo sacro”, in cui chi vi viveva godeva del diritto di asilo e protezione. Con il passaggio dalla scrittura greca a quella latina il nome divenne Isola, il quale con il decreto regio del 1863, assunse l’attuale denominazione di Isola Capo Rizzuto.
Isola Capo Rizzuto è una meta ideale per i viaggiatori che amano la natura incontaminata e le meraviglie dell’arte.
E’ un luogo in cui perdersi su bellissime spiagge selvagge dalla sabbia ambrata e dal mare cristallino, scogliere scoscese a picco sul mare circondate dalla fitta vegetazione mediterranea dai profumi agrumati e selvatici.

Area Archeologica di Capo Colonna

Noto nell’antichità come  Capo Licinio,  chiamato così perchè qui sorgeva il tempio sacro dedicato alla divinità Hera Licinia, di cui ora resta solo una colonna protesa verso il mare.
Il tempio di Hera Lacinia sorgeva maestoso sul promontorio, costruito  in stile classico sul modello dei templi greci con colonne doriche alte circa 8 metri. Ma oggi purtroppo di questo antico patrimonio restano solo dei reperti che ne fanno un’area di interesse archeologico, la colonna, unica superstite, sembra un faro proteso verso l’azzurro dello Jonio e intorno si possono notare i resti di altri edifici sacri che evocano il passato glorioso di Capo Colonna.

Le Castella

Situato a 10 km da Isola Capo Rizzuto, questo piccolo borgo è uno dei luoghi più suggestivi della Calabria!
Anche qui  si tramandano leggende e miti, infatti si narra la storia secondo cui anticamente la baia presentava ben 7 castelli su di un arcipelago ora sprofondato nelle profondità marine, ma anche altre leggende che identificano Le Castella con l’Isola di Calipso descritta da Omero nell’Odissea.

Attualmente il nucleo di è il Castello, probabilmente di età Angioina, costruito in difesa del litorale calabrese e per favorire l’espansione della dinastia degli Angioini nei Balcani.
E’ situato in una spettacolare posizione, su di un’isoletta circondata dal blu del mare e collegata alla terra ferma solo da una sottile striscia di terra che fa da passerella per i visitatori curiosi.
Tutti i giorni è possibile visitare la struttura, per informazioni  consultate il sito ufficiale del borgo Le Castelle Link

© 2016 le foto e il testo presenti nell’articolo sono di proprietà di Tiziana Bel & Giovanni Kiace è vietata la riproduzione delle foto e dei contenuti senza l’autorizzazione dell’autore.



Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

proverbi calabresi

A CASA ‘E GALANTOMANI, BUSSA CH’ I  PEDI. A casa di signori, bussa coi piedi. Amaro riferimento del povero all'avidità dei potenti, i "galantuomini" appunto, cui bisogna rivolgersi con le mani cariche di doni (e pertanto bussare alla porta con i piedi). 2.        A CASA ‘E ’MPISU NON ‘MPENDIRI  LUMERA. A casa d'impiccato non appendere neanche la lucerna. Non parlar di corda in casa d'impiccato. 3.        A CASA ‘E RICCU NON SI GUARDA FOCULARU. A casa di ricco non si guarda il focolare. Quando vai da chi ha la dispensa e la cantina ben fornite, non temere: si mangerà sempre bene, anche se la cucina ("focularu") è spenta. 4.        A CASA ‘I FORGIARU,  SPITU  ‘I  LIGNU. In casa di fabbro, spiedo di legno. Il colmo dei colmi: il fabbro usa lo spiedo di legno e non quello di ferro. 5.       ‘...

Ordine Dorico, Ionico e Corinzio ovvero gli Stili per l'architettura Greca

Ordine Dorico, Ionico e Corinzio ovvero gli Stili per l'architettura Greca Gli Ordini architettonici usati dagli antichi greci. Gli antichi architetti della Grecia per costruire i loro meravigliosi Edifici come per esempio quelli dedicati al culto, i celebri Templi crearono negli anni dei particolari metodi, degli stili conosciuti col nome di  Ordini architettonici  che attraverso dei precisi calcoli matematici e geometrici presentavano alla fine nella visione dell'architettura una precisa e perfetta armonia nelle forme e negli elementi. Questi Ordini architettonici serviranno nell'architettura Greca soprattutto a rispondere a delle esigenze concettuali, tra cui forse la più importante era l'eliminazione di qualsiasi forma di casualità nella realizzazione di un Edificio. Quindi con il termine di Ordine possiamo intendere l'insieme delle regole o dei canoni (dal greco kanòn, ossia norma, regola) che fissano forme e dimensioni delle varie parti che...

Conte, canti e filastrocche

A mblà mblà ci-cì co-cò       A mbla mbla ci-cì co-cò Trè cevètte sop’o comò        Trè civette sul comò Ca facèvene l’amòre            Che facevano l’amore Che la fìgghie du dottòre    Con il figlio del dottore U dottòre s’ammalò             Il dottore si ammalò A mblà mblà ci-cì co-cò.      A mbla mbla ci-cì co-cò. ( La presente conta va cadenzata con la sillabazione ).   Sotto il ponte ci son tre bombe Passa il lupo e non le rompe Passa il figlio del nostro re E le rompe tutte e tre. Iùne, du e trè...attòcch’a ttè.   Uno, due e tre...tocca a te. ( Era un’altra conta ). Pomodoro oro oro Oro di bilancia ancia ancia Quanti giorni sei stata in Francia? Dieci! Uno, due, tre, quattro, cinque, Sei sette, otto nove, dieci. ( Faceva parte dell’inizio di un gioco ). Lamba lambe, ...