Azzorre: cosa vedere, cosa fare e quale isola scegliere
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Zitte zitte le isole Azzorre, dal loro isolamento nel bel mezzo dell’oceano Atlantico a metà strada tra l’Europa e l’America, si stanno imponendo negli ultimi tempi come meta turistica di tutto rispetto. E, per quanto un po’ dispiaccia pensando alle conseguenze che il turismo di massa potrebbe portare, era ora che un posto così bello venisse finalmente “scoperto” (magari gli azzorriani se ne stavano bene per i fatti loro…). Sono tanti i vantaggi pratici offerti da questo arcipelago, dal clima mite più o meno tutto l’anno alla relativa vicinanza all’Italia, che, abbinati alla bellezza vulcanica e peculiare di ogni singola isola -in tutto sono 9-, lo rendono una destinazione da sogno.
Ma che si fa alle Azzorre? Vi faccio una super sintesi non esaustiva nelle righe che seguono cercando di fornirvi anche qualche spunto su ogni isola, per capire quale fa più al caso vostro.
Ma che si fa alle Azzorre? Vi faccio una super sintesi non esaustiva nelle righe che seguono cercando di fornirvi anche qualche spunto su ogni isola, per capire quale fa più al caso vostro.
Il trekking è indubbiamente uno dei principali motivi che spinge molta gente fino alle Azzorre. Ed è proprio camminando tra le cime vulcaniche delle isole che si ha l’opportunità di conoscere meglio l’essenza di questi posti: una natura spettacolare che convive tra la terra e il mare, regalando scorci unici dove gli attori principali spesso e volentieri sono vulcani, mucche e ortensie (se è periodo), non necessariamente in quest’ordine. In linea di massima si tratta di trekking non troppo impegnativi e alla portata di tutti (quantomeno di tutti quelli che non sono pigri), ma andare alle Azzorre e non camminare sarebbe davvero un crimine da punire con l’ergastolo.
Nonostante si tratti di posti circondati dal mare (diconsi isole), l’inclinazione balneare delle Azzorre non è marcatissima. Vuoi perché il clima -sempre molto mite ma anche molto variabile- non consente di passare ore sdraiati al sole ad alimentare l’abbronzatura; vuoi perché la natura vulcanica ha dato vita ad una costa principalmente frastagliata e poco avvezza alla balneazione intesa nel senso di stare a mollo in mare per ore; vuoi perché, collegato a quanto appena detto, di spiagge in cui passare un’intera giornata a rilassarsi tra una partita a racchettoni, la lettura di un libro e il dolce far niente ne esistono proprio poche (in compenso, ci sono diverse piscine naturali non trascurabili). In breve: uno non sceglie le Azzorre principalmente per andare al mare, perché non è l’attività principale da fare qui (anche se le occasioni per fare il bagno non mancano).
Da un punto di vista culturale, le Azzorre all’apparenza non custodiscono un’eredità millenaria fatta di vestigia del passato e gesta eroiche dei suoi abitanti. Le 9 isole son sempre state piuttosto isolate nel corso della storia, rimanendo fuori o comunque con un ruolo molto marginale nei vari casini mondiali, facendosi tranquillamente i fatti loro e coltivando una propria identità culturale che per certi versi si distacca da quella dalla madre patria portoghese (ricordiamo che le Azzorre, politicamente, fanno parte del Portogallo). Non poteva che essere così, in effetti. Sulle isole, in alcune più che in altre, si respira comunque un fascino dei tempi passati, di quando le comunicazioni via telegrafo tra l’Europa e l’America passavano necessariamente qui. È poi doveroso citare le belle chiese e tutti gli edifici in stile coloniale che punteggiano alcuni centri abitati, nonché i coloratissimi tempietti dello Spirito Santo e tutta la tradizione che si portano dietro, tra sacro e profano. Insomma, di storia non ne manca!
Last but not least affronto velocemente l’aspetto gastronomico. Seppur non si tratti di una meta gourmet internazionalmente riconosciuta, le Azzorre come piatti si difendono piuttosto bene e offrono infinite possibilità di mangiare pesce, ma anche tanta carne, spesso cucinata in maniera piuttosto creativa (cotta nell’incandescente terra vulcanica a São Miguel, oppure con l’aggiunta di numerose spezie a Terceira), per non parlare poi del formaggio che, grazie ai tanti pascoli e vacche, è prodotto in abbondanza (il più rinomato è quello dell’isola di São Jorge che ha un aroma particolare grazie alla menta di montagna che qui cresce generosamente).
Menzione a parte va fatta per il vino: alle Azzorre si produce vino, in alcune isole più che in altre, il cui gusto è fortemente influenzato dal terreno vulcanico in cui crescono le viti.
Menzione a parte va fatta per il vino: alle Azzorre si produce vino, in alcune isole più che in altre, il cui gusto è fortemente influenzato dal terreno vulcanico in cui crescono le viti.
Per farla breve, vi ho trovato almeno 4 buoni motivi per valutare o rivalutare una vacanza alle Azzorre -trekking, mare (nell’accezione azzorriana), cultura e cibo-, sintetizzando un bel po’ di cose da vedere e fare. Non mi rimane quindi che etichettare in qualche modo le isole per aiutarvi nella scelta di quella che più fa al caso vostro in base alle sue caratteristiche principali e alle vostre esigenze e inclinazioni. NB rimangono fuori dall’elenco Santa Maria e Graciosa, isole piccole e piuttosto remote, che per motivi di poco tempo a disposizione e penuria di mezzi di trasporto per raggiungerle, ho dovuto lasciare fuori dal mio itinerario.
São Miguel, la più varia
Se il tempo a disposizione per visitare le Azzorre è davvero poco, limitarsi alla sola isola di São Miguel senza affannarsi a voler vedere di fretta e male anche le altre, è un’opzione più che valida. São Miguel è l’isola più estesa dell’arcipelago e offre parecchi spunti interessanti, tra cui uno dei trekking più belli delle Azzorre, quello alla Caldeira das Sete Cidades. São Miguel è quindi il bignami delle Azzorre, l’isola ideale per chi ha poco tempo ma vuole avere una panoramica generale.
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Se il tempo a disposizione per visitare le Azzorre è davvero poco, limitarsi alla sola isola di São Miguel senza affannarsi a voler vedere di fretta e male anche le altre, è un’opzione più che valida. São Miguel è l’isola più estesa dell’arcipelago e offre parecchi spunti interessanti, tra cui uno dei trekking più belli delle Azzorre, quello alla Caldeira das Sete Cidades. São Miguel è quindi il bignami delle Azzorre, l’isola ideale per chi ha poco tempo ma vuole avere una panoramica generale.
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Flores, la più fiorita
Il suo nome significa isola dei fiori, che qui se ne trovano in abbondanza: durante il periodo della fioritura l’isola è più spettacolare che mai. La natura sorprendente di Flores è esaltata dall’assoluta tranquillità che qui regna sovrana: l’isola è il posto ideale per chi baratta volentieri la mondanità con il fare trekking immerso nella natura, per chi va a letto presto per poi esser in marcia sui sentieri dell’isola di buon’ora.
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Il suo nome significa isola dei fiori, che qui se ne trovano in abbondanza: durante il periodo della fioritura l’isola è più spettacolare che mai. La natura sorprendente di Flores è esaltata dall’assoluta tranquillità che qui regna sovrana: l’isola è il posto ideale per chi baratta volentieri la mondanità con il fare trekking immerso nella natura, per chi va a letto presto per poi esser in marcia sui sentieri dell’isola di buon’ora.
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Corvo, la più remota
È l’isola più piccola delle Azzorre e si può girare facilmente in un giorno. Ma se cercate la tranquillità più assoluta -ancor più di quella che potreste trovare a Flores- allora val la pena trascorrere più tempo in quest’isola remota dove vivono poco più di 400 anime (probabilmente molte più mucche) e dove l’evento più movimentato della giornata è rappresentato dall’arrivo delle imbarcazioni da Flores, che buttano sull’isola un po’ di volti nuovi diretti alla caldera. L’isola ideale per rilassarsi, meditare e stare in santa pace con la consapevolezza di essere in mezzo al nulla.
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È l’isola più piccola delle Azzorre e si può girare facilmente in un giorno. Ma se cercate la tranquillità più assoluta -ancor più di quella che potreste trovare a Flores- allora val la pena trascorrere più tempo in quest’isola remota dove vivono poco più di 400 anime (probabilmente molte più mucche) e dove l’evento più movimentato della giornata è rappresentato dall’arrivo delle imbarcazioni da Flores, che buttano sull’isola un po’ di volti nuovi diretti alla caldera. L’isola ideale per rilassarsi, meditare e stare in santa pace con la consapevolezza di essere in mezzo al nulla.
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Faial, la più internazionale
Sull’isola di Faial e principalmente a Horta, il suo capoluogo, si respira un’aria internazionale (sempre declinata al contesto, sia chiaro). È palpabile il fatto che da qui siano passati e continuano a passare ancora oggi un sacco di lupi di marenel loro tragitto dall’America all’Europa e viceversa. Come è palpabile l’importanza che Horta ha avuto in epoche passate come centro nevralgico delle telecomunicazioni tra America del Nord ed Europa. È un’isola affollata, soprattutto in alta stagione, ma che combina bene la natura alla mondanità(quest’ultima circoscritta principalmente nella vivace Horta). L’isola è il posto giusto per fare delle belle escursioni a piedi di giorno e per sbevazzare gin tonica buon mercato la sera da Peter’s, una vera e propria istituzione dell’isola.
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Sull’isola di Faial e principalmente a Horta, il suo capoluogo, si respira un’aria internazionale (sempre declinata al contesto, sia chiaro). È palpabile il fatto che da qui siano passati e continuano a passare ancora oggi un sacco di lupi di marenel loro tragitto dall’America all’Europa e viceversa. Come è palpabile l’importanza che Horta ha avuto in epoche passate come centro nevralgico delle telecomunicazioni tra America del Nord ed Europa. È un’isola affollata, soprattutto in alta stagione, ma che combina bene la natura alla mondanità(quest’ultima circoscritta principalmente nella vivace Horta). L’isola è il posto giusto per fare delle belle escursioni a piedi di giorno e per sbevazzare gin tonica buon mercato la sera da Peter’s, una vera e propria istituzione dell’isola.
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Pico, la più vulcanica
Pico è l’isola ideale per chi ha intenzioni serie circa il trekking -qui si trova la vetta più alta dell’arcipelago e del Portogallo- ma che apprezza anche il buon bere, essendo l’isola la principale produttrice di vino azzorriano. Completa il tutto un tocco di mondanità, quanto basta per non catalogare l’isola come polo festaiolo.
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Pico è l’isola ideale per chi ha intenzioni serie circa il trekking -qui si trova la vetta più alta dell’arcipelago e del Portogallo- ma che apprezza anche il buon bere, essendo l’isola la principale produttrice di vino azzorriano. Completa il tutto un tocco di mondanità, quanto basta per non catalogare l’isola come polo festaiolo.
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São Jorge, la più bella
Il giudizio è di parte (la mia), ma io di São Jorge mi sono follemente innamorata. Un’isola verdissima dove, ovunque ti giri, trovi uno scorcio da cartolina. São Jorge è l’isola ideale per chi vuole immergersi nella natura, camminare e mangiare formaggio, tonno e amêrijoas (vongole veraci dal guscio striato).
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Terceira, la più festaiola
Terceira è un’isola piuttosto variegata, dove un’importante eredità storico-culturale principalmente visibile nel capoluogo Angra do Heroísmo va a braccetto con interessanti fenomeni naturali legati al vulcanesismo e a una vivace vita notturna non reperibile nelle altre isole. Se quindi, al vedere “cose” -siano esse attrazioni naturali o culturali- vi piace abbinare un po’ di sana night life, Terceira è l’isola delle Azzorre che fa per voi.
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Terceira è un’isola piuttosto variegata, dove un’importante eredità storico-culturale principalmente visibile nel capoluogo Angra do Heroísmo va a braccetto con interessanti fenomeni naturali legati al vulcanesismo e a una vivace vita notturna non reperibile nelle altre isole. Se quindi, al vedere “cose” -siano esse attrazioni naturali o culturali- vi piace abbinare un po’ di sana night life, Terceira è l’isola delle Azzorre che fa per voi.
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