La festa della Madonna della montagna di Polsi: curiosità e leggende
La festa della Madonna della montagna di Polsi si celebra dal 31 agosto al 2 settembre di ogni anno nella frazione di Polsi, nel comune di San Luca, in Aspromonte. Una tradizione simile a quella della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria.
Sono migliaia i pellegrini che ogni anno raggiungono il piccolo borgo aspromontano nato attorno al Santuario della Madonna. In tanti, passando lungo il viaggio che dalla costa arriva a Polsi, fanno una sosta a Gambarie d’Aspromonte.
La processione della statua della Madonna comincia in piena notte portata su un camion al grido di Viva Maria e prosegue tra le poche vie di Polsi, portata in spalla dai confratelli pescatori di Bagnara e dopo ore e ore si giunge al santuario cantando inni alla Vergine. Nell’ultimo tratto i portantini arrivano correndo.
Le donne nella navata centrale del santuario camminano in ginocchio battendosi il petto. Vengono amministrati i sacramenti della penitenza e dell’eucaristia, si dà un ultimo saluto alla Vergine e si offrono gli ex-voto. I fedeli danno un ultimo saluto alla Madonna e la festa finisce di sera tra canti e balli. Nell’ultima notte si dorme all’interno del santuario, come prevedeva il rito pagano dell’incubazione.
La storia e la leggenda
Numerose sono le tradizioni che raccontano la storia del Santuario: la più celebre narra di un pastore, che ritrovò un toro smarrito, inginocchiato ai piedi di una croce. In quel momento al giovane mandriano apparve la Madonna che gli chiese di costruire proprio in quel luogo un Santuario, dal quale avrebbe offerto grazie ed amore ai suoi fedeli.
Non sappiamo quanto di vero vi fosse nella leggenda, ma la croce di cui si parla, risalente all’XI secolo, è ancora conservata all’interno del Santuario, così come esiste la tradizione che permette ai bovini l’ingresso nel luogo di culto, in ricordo del toro da cui si narra abbia avuto origine lo stesso Santuario.
Preparativi ed arrivo
Il pellegrinaggio prevede una preparazione precedente e autonoma: ogni fedele prega nella propria casa dinanzi all’immagine della Madonna della Montagna, espone l’immagine o ne porta una indosso.
I pellegrini giungono al Santuario della Madonna della Montagna a piedi o in auto e compiendo l’ultimo tratto si percorre a piedi. I pellegrini impiegano una giornata o più giorni per concludere il viaggio verso il Santuario.
Sono circa cinquanta le “carovane” che giungono al Santuario, ogni comitiva raccoglie pellegrini di una sola località: il capo carovana apre il corteo del pellegrinaggio, portando lo stendardo con l’immagine della Madonna della Montagna.
I fedeli appena giunti a Polsi si recano in chiesa per salutare la Madonna: alcuni pellegrini percorrono la navata in ginocchio intonando canti devozionali ai quali si unisce in coro la folla che gremisce l’edificio sacro. Molti fedeli invocano Maria ad alta voce, per se stessi e per i familiari. Inoltre, è tradizione che i genitori di bambini, guariti da gravi malattie, siano cambiati sull’altare con gli abiti quotidiani, per offrire alla Vergine quelli festivi.
Veglia notturna
Nell’area contigua al Santuario si leva il fumo dei fuochi con cui si arrostiscono o si cuociono le carni di capra da consumare nei lunghi momenti conviviali di permanenza nella valle di Polsi.Come in molti altri santuari, anche qui si fa la veglia notturna in chiesa, a turno si va a visitare la Madonna e s’instaura con lei un più intimo colloquio. Durante la veglia, si alternano preghiere e canti che invitano i fedeli alla riflessione.
La notte trascorre, nelle radure circostanti il Santuario, anche attraverso la danza e la musica, spesso vissute come vere e proprie offerte devozionali alla Madonna. La musica è suonata con zampogne e tamburelli, strumenti rappresentativi della cultura agro-pastorale calabrese, ma anche chitarre e fisarmoniche.
Ogni pellegrino partecipa alla festa come ex voto per chiedere grazie o disobbligarsi con la Madonna per averle già ricevute: c’è chi fa offerte in denaro, chi lascia i propri gioielli, chi dona ceri, chi mette a disposizione le proprie capacità intellettive, organizzative ed operative.
Processione
La processione si snoda per poche centinaia di metri nelle strade che attraversano il piccolo borgo di Polsi, raccolto intorno al Santuario. La Statua della Madonna della Montagna viene portata a spalla dai confratelli pescatori di Bagnara che perpetuano il loro storico diritto, derivante dall’antica tradizione sul ritrovamento della stessa statua in mare.
L’ultimo tratto della processione è compiuto di corsa: i portantini bagnaroli conservano una maestria impareggiabile nel sincronismo con cui occorre condurre e far volteggiare la statua senza il minimo sobbalzo, perfettamente a piombo, ma soprattutto con eleganza coreografica e gestuale. Dal momento in cui Statua della Madonna della Montagna viene sollevata i fedeli gridano Viva Maria, mentre si alternano canti devozionali e preghiere; gli spari di fuochi pirotecnici annunciano il culmine e la conclusione della festa.
Commiato e ritorno
I pellegrini fanno la fila per salutare la Madonna prima della partenza, infatti, si ripresentano davanti alla statua per confidarle, ancora una volta, le proprie preoccupazioni, sofferenze ed attese.
L’itinerario di ritorno è ancora accompagnato da preghiere, alternate a canti, suoni, balli che fanno da collante alla compagnia.
LA LEGGENDA DI POLSI, L'ASPROMONTE DI MARIA
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