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Venezia, breve storia di una Repubblica millenaria

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La storia e i popoli

La storia di Venezia si perde nei secoli. Le prime tracce di insediamenti nella laguna risalirebbero ai primi secoli dell’Impero Romano. Fin dall’inizio questo luogo è stato un crocevia di diverse popolazioni, come lo è stata del resto tutta la penisola italiana. Così oltre ai Romani, qui troviamo ampie tracce degli Unni, dei Goti, dei Bizantini e dei Longobardi. Ognuno di questi popoli, in misura minore o maggiore, ha lasciato la propria impronta nella storia e nella cultura di Venezia.

Torcello e la nascita della Repubblica

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Il leone di Venezia
È nell’isola di Torcello che si trova il primo insediamento cittadino, oltre a una grande basilica costruita nel 639. Ma è con la nascita del ducato veneziano nel 697 che inizia la leggenda della città lagunare. In quell’epoca la sede del potere si sposta prima a Malamocco e poi nell’odierna Venezia. La Repubblica, caduta nel 1797, con una storia lunga più di mille anni, rimane un esempio di civiltà e un modello a cui ispirarsi anche per le moderne democrazie.

Una storia nata dall’acqua

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Un’antica mappa della città
In origine Venezia era composta da piccole isole vicine l’una all’altra. L’attuale conformazione cittadina è dovuta all’opera di interramento avvenuta durante i secoli. Ma i canali che ancora oggi sono le principali vie della città, ci danno un’idea seppur vaga dei confini di queste isole. Venezia è infatti una città costruita letteralmente sull’acqua. Sotto alle fondamenta in pietra d’Istria, milioni di tronchi reggono il peso dei suoi palazzi e delle sue chiese, come un immenso sistema di palafitte. Tutto questo legno, che si è potuto conservare grazie al fango nel quale è immerso, rappresenta una geniale soluzione ingegneristica. Questa struttura permette infatti alle costruzioni di assorbire gli inevitabili movimenti dovuti a un suolo simile.
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L’alto rilievo dell’anziana signora con il mortaio

La difesa dello Stato

Nel corso dei secoli sono avvenuti più tentativi di instaurare un regime dittatoriale a Venezia. Ma questi tentativi sono sempre falliti, grazie a un sistema politico raffinatissimo e soprattutto grazie alla popolazione veneziana, prima e vera custode della Repubblica. A questo proposito vale la pena raccontare un singolare episodio avvenuto nel 1310 che potrebbe sembrare una leggenda. Il 15 giugno di quell’anno, un gruppo di nobili veneziani alla testa di un piccolo esercito cercò di far cadere la Repubblica e di prendere il potere. I rivoltosi giunsero senza problemi all’inizio della Marzaria del Relogio, all’imbocco di piazza San Marco.
Attirata dal fracasso, un’anziana signora si affacciò dalla finestra reggendo in mano un mortaio. Visti i rivoltosi in armi, la vecchietta lasciò cadere il mortaio per la sorpresa. Il pesante oggetto cadde in testa al portabandiera dell’esercito uccidendolo. Non capendo che fosse successo, la folla di rivoltosi fu colta dal panico, dando modo alle guardie della Repubblica di soffocare il tumulto. Da allora in quel punto è visibile l’alto rilievo in pietra di una vecchietta con il suo mortaio. È la donna che ha salvato lo Stato.

Le politiche rivoluzionarie di Venezia

Venezia aveva un sistema di auto-controllo molto moderno, praticamente perfetto. Chi guidava la Serenissima doveva essere eletto e non poteva ricoprire due volte lo stesso incarico. Questo permetteva di debellare la corruzione. Inoltre un sistema di controlli incessanti, vigilava sull’operato dei funzionari pubblici. Ma Venezia era all’avanguardia anche per le sue politiche sociali. Qui sono nate le prime leggi che normavano il lavoro minorile e qui è nata la prima riforma pensionistica per chi lavorava all’arsenale, in anticipo di circa 400 anni sull’Inghilterra industriale.
Andrea Castello

Autore: Andrea Castello

Nasce come restauratore di opere d’arte a Venezia, dove collabora anche con vari giornali locali e nazionali. Si sposta prima in Francia e poi a Malta dove lavora come istruttore di sub per alcuni anni. Le grandi passioni che guidano la sua vita sono la pittura, la buona cucina e naturalmente la scrittura.

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